Opg convertito in carcere? La politica aversana è contraria

di Nicola Rosselli

Aversa – “Vi verrò a trovare di nuovo quando se ne andrà l’ultimo dei ricoverati”. E’ stato questo il saluto rivolto dal sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, alla direttrice e ai dirigenti della polizia penitenziaria dell’Opg “Filippo Saporito” di Aversa, al termine della sua visita di sabato mattina.

Una visita che è servita all’ex esponente di Sel (accompagnato dalla senatrice Camilla Sgambato e dal consigliere e presidente regionale Pd Stefano Graziano) per verificare, come egli stesso ha dichiarato, su delega del governo, qual è lo stato di dismissione di quello che fu il manicomio criminale ufficialmente chiuso anche se vi sono, al momento, ancora 21 pazienti/reclusi che dovranno trovare ospitalità nelle Rems (Residenze per espiazione delle misure di sicurezza) di Campania, Lazio, Abruzzo e Molise.

Nella sua mattinata aversana Migliore è stato bersagliato soprattutto da un interrogativo: è fondata la notizia che vorrebbe la riconversione dell’Opg in istituto di pena a bassa pericolosità? Un disegno che, sebbene in sordina, starebbe già andando avanti considerato che, al momento, accanto ai 21 ricoverati dell’Opg ci sono 16 detenuti ordinari, ufficialmente, impegnati in un progetto lavorativo per il recupero di parte della struttura. Progetto del quale il sottosegretario si è detto entusiasta considerato i risultati.

Per quanto riguarda la riconversione a carcere di parte della struttura, dopo una titubanza iniziale e dopo aver appreso che la comunità aversana e lo stesso suo partito, il Pd, sono contrari, Migliore ha affermato che nulla è stato ancora deciso dal ministero e che ogni decisione sarà, comunque, adottata in sintonia con l’amministrazione e la comunità cittadina.

Un disegno che vede contrari, anche se per ragioni diverse, i due unici ufficialmente candidati a sindaco, anche se limitatamente alle primarie di centro sinistra, Luigi Menditto e Marco Villano. “Credo – ha dichiarato il primo – che quella zona non possa ospitare un carcere quale sia l’indice di pericolosità. L’intero complesso sia piuttosto utilizzato per una cittadella giudiziaria”. “Siamo – ha affermato, di contro, Villano – per ridare tutta l’area o parte di essa alla città. Cosa che può avvenire anche cedendo parte degli immobili al tribunale di Napoli Nord che ne ha bisogno”.

L’ipotesi di una riconversione in istituto di pena in città non trova, ovviamente, nessuna sponda anche tra chi ha amministrato negli ultimi anni o chi, come l’ex sottosegretario alla Giustizia Pasquale Giuliano, ad Aversa ha portato il tribunale di Napoli Nord che ha parlato di dare vita ad una cittadella giudiziaria aprendo le strade interne per restituire alla città il suo centro storico. Sulla sua stessa scia l’ex sindaco Raffaele Ferrara, gli ex assessori Marcantonio Abate e Antimo Castaldo che ritengono anacronistica una decisione di questo tipo. Infine, il presidente regionale e provinciale degli architetti, nonché possibile candidato per il centrodestra a sindaco, Enrico De Cristofaro, sul punto ha dichiarato: “Dal punto di vista urbanistico sarebbe una scelta scellerata. Un macigno all’interno della conurbazione urbana. Per noi deve essere una struttura aperta nell’ambito della sistemazione del centro storico. Dobbiamo rivendicare la possibilità di scelta da parte della comunità locale”.

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