Rouhani e le statue coperte, Sovrintendenza: “Chiedete a Renzi”

di Redazione

Roma – Continua a far discutere la decisione di coprire con delle scatole le statue dei Musei capitolini per non “infastidire”, con le nudità raffiguranti le opere, il  presidente iraniano Hassan Rouhani durante la sua visita a Roma.

Polemiche anche all’interno del governo Renzi. “Scelta incomprensibile”, la ritiene, infatti, il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, parlando con i giornalisti al termine della visita di Rohani al Colosseo. “Né io né Renzi sapevamo nulla”, ha aggiunto. Ma la Sovrintendenza non ci sta ad assumersi la responsabilità della decisione e scarica tutto sul governo, spiegando in una nota: “Sulla vicenda delle statue dei Musei Capitolini coperte in occasione della visita del presidente iraniano Rohani dovete chiedere a Palazzo Chigi. La misura non è stata decisa da noi”.

Sul caso è intervenuto anche lo stesso Rouhani, che nega vi sia stata una richiesta in questo senso da parte della delegazione di Teheran. “Non ho niente da dire su questo, non ci sono stati contatti a questo proposito. E’ una questione giornalistica”. “So che gli italiani sono un popolo molto ospitale, che cerca di fare di tutto per mettere gli ospiti a loro agio”, ha aggiunto il presidente iraniano.

Un’interrogazione al premier è stata presentata dal vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Forza Italia), affinché “siano resi noti tutti i nomi della banda di idioti che ha ordinato la copertura di statue che potevano dare fastidio al presidente iraniano Rouhani, in visita in Italia”. “E’ un gesto di prostituzione culturale – scrive Gasparri – a beneficio di un personaggio che nel suo Paese applica la pena di morte e minaccia la libertà e la vita di Israele”.

Non poteva mancare il commento di Vittorio Sgarbi, secondo cui aver coperto le statue “è da capre ignoranti”. “Oscilla tra una superbia rispettosa, che proverebbe la superiorità di chi sapendo che l’ospite non mangia pesce, non glielo fa mangiare e il timore del rischio, una sottomissione che mortifica chi la applica. – accusa il critico d’arte – In realtà sono entrambe frutto di una totale ignoranza e mancanza di sensibilità culturale. Non si può confondere l’Iran con l’Arabia Saudita o con l’Isis, quella persiana è una civiltà più antica della nostra: hanno le rovine di Persepoli, e non hanno coperto le statue nude a Persepoli, a casa loro, e noi copriamo le nostre? I fanatici del Califfo al Baghdadi distruggono Palmira, ma un persiano non ha mai toccato Persepoli”.

“Rohani – sostiene Sgarbi – non avrà certo pensato ad un tributo di rispetto, avrà pensato a lavori in corso, di ristrutturazione. Un assurdo logico. Rohani a Roma di certo non si stupisce che possano esserci statue di nudi. Confondere Rohani, il presidente dell’Iran, di una grande civiltà islamizzata, con Bin Laden o al Al Baghdadi è frutto di ignoranza abissale”.

 

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