Delitto Cocò, due arresti. “Il nonno usava il bambino come scudo”

di Antonio Taglialatela

Cosenza – Arrestati i due presunti autori dell’omicidio del piccolo Nicola “Cocò” Campolongo, il bambino di tre anni ucciso e bruciato in auto a Cassano allo Jonio, in provincia di Cosenza. Con lui, il 16 gennaio del 2014, morirono pure il nonno, Giuseppe Iannicelli, e la compagna, Ibtissam Touss.

Gli arrestati – Cosimo Donato, 38 anni, detto “Topo”, e Faustino Campilongo, di 39, sono accusati di triplice omicidio. I carabinieri di Cosenza e del Ros gli hanno notificato nel carcere di Castrovillari, dove sono detenuti per altra causa, le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Iannicelli voleva gestire lo spaccio in proprio – Secondo gli inquirenti, l’agguato nel quale furono uccisi con diversi colpi di pistola Iannicelli, la compagna marocchina ed il nipote sarebbe da collegare a contrasti per la spartizione dei proventi del traffico della droga. Iannicelli, che sarebbe stato legato alla “cosca degli zingari”, che gestisce il traffico della droga nella zona dell’alto Jonio cosentino, avrebbe tentato di assumere un ruolo autonomo e per questo motivo sarebbe stato assassinato. Il piccolo Cocò, invece, sarebbe stato freddato perché probabilmente conosceva i killer e poteva riconoscerli.

“Usava il nipote per non farsi sparare” – Gli investigatori hanno riferito poi che il piccolo Cocò veniva usato dal nonno, che lo portava sempre con sé, come “scudo protettivo” per dissuadere i suoi nemici dal compiere agguati nei suoi confronti.

La condanna del Santo Padre – Anche Papa Francesco, il 26 gennaio 2014, a dieci giorni dall’omicidio, rivolse a Cocò un pensiero e una preghiera in occasione dell’Angelus in piazza San Pietro: “Chi ha ucciso un bambino così piccolo, con un accanimento senza precedenti nella storia della criminalità, si penta e si converta”, disse il Pontefice, che qualche mese dopo incontrò anche il padre del bimbo, detenuto nel carcere di Castrovillari.

Renzi ringrazia gli investigatori – Agli inquirenti e alle forze dell’ordine è arrivato il ringraziamento, su Facebook, del premier Matteo Renzi: “Vorrei esprimere la gratitudine mia e del governo agli inquirenti, alle forze dell’ordine e a tutti i servitori dello Stato che hanno raccolto gravi indizi su killer e mandanti del terribile omicidio del piccolo Cocò, il bimbo di 3 anni ucciso e poi bruciato a Cassano allo Jonio. Niente potrà sanare il dolore per l’accaduto, ma sono e siamo orgogliosi delle italiane e degli italiani che ogni giorno combattono contro la criminalità e per la giustizia: Grazie”.

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