Libia, ucciso il boss degli scafisti. Farnesina: “Italia non coinvolta”

di Redazione

Salah Al-Maskhout, il principale boss del traffico di esseri umani a Zuwara, in Libia, è stato ucciso a Tripoli insieme a 8 suoi miliziani. Secondo i media locali, Al-Maskhout, ai tempi di Gheddafi ufficiale dell’esercito libico, è stato ucciso con “proiettili in dotazione alle guardie Usa”. Tripoli, invece, ritiene che ad uccidere Al-Maskhout siano state le forze speciali italiane ma Farnesina e Difesa smentiscono: “Nessun coinvolgimento”.

Maskhout è rimasto vittima di un agguato mentre, scortato, stava recandosi a visitare alcuni parenti nei pressi del Medical Centre di Tripoli. Il convoglio è stato fermato da almeno quattro uomini armati.

Libya Herald sottolinea che gli uomini di Maskhout erano “armati di AK47” e che dunque il team che li ha uccisi era composto “probabilmente da professionisti”. Secondo testimoni, i killer non erano di nazionalità libica.

Fonti qualificate dell’intelligence italiana, in relazione all’uccisione di Al-Maskhout, smentiscono “in maniera categorica che in Libia siano in corso attività di questo tipo da parte dei servizi”. E questo perché, aggiungono, “non rientra nel perimetro operativo degli 007”.

Zuwara è la cittadina portuale teatro della strage di centinaia di migranti, lo scorso mese, naufragati su un barcone a poca distanza dalla costa. Le milizie locali hanno dichiarato una vera e propria”guerra” ai trafficanti, con il sostegno di gran parte della popolazione.

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