Gabriele Muccino e il rapporto “Padre e figlie”

di Emma Zampella

Gabriele Muccino torna a parlare dei rapporti tra i genitori e la propria prole e lo fa al cinema con una nuova pellicola “Padri e figlie”, un film che si colloca sullo stesso filo de “Ricerca della felicità” e “Quello che so sull’amore”.

Un meccanismo complicato che Muccino senior indaga al cinema riproponendo quella sfumatura molto spesso tenuta nascosta. “Siamo il frutto delle nostre infanzie” ha detto a chi gli ha chiesto il senso di questo nuovo progetto cinematografico che si muove per flashback e che riporta avanti e indietro nel tempo, a quegli anni ’80 in cui l’attuale genitore vive l’adolescenza dei suoi figli.

Jake David, Russel Crowe, romanziere premio Pulitzer rimasto vedovo, lotta contro un serio disturbo mentale mentre cerca di crescere nel miglior modo possibile la figlia Katie di 5 anni. 25 anni dopo Katie è una donna da anni lontana dal padre che lotta ancora con le sue paure e l’incapacità di amare. “Siamo il frutto delle nostre infanzie” commenta Muccino.  “Quando Diane Kruger mi disse: gli uomini possono vivere senza amore le donne no” Muccino a Rainews24 racconta un particolare inedito sulla sceneggiatura.

“Un giorno Diane Kruger, zia di Katie nel film, mi disse una frase: gli uomini possono vivere senza amore le donne no. Quella frase non era scritta nella sceneggiatura. Ne ho parlato a lungo con Diane, lei si sentiva di dirla e anche se io non la condividevo fino in fondo le dissi sì. In fondo c’è una grande verità: una bambina di fronte a un padre malato, come avviene nel film, ha una capacità di prendersi cura che un bambino non ha. Questo è lo straordinario potere delle donne”.

Un cast tutto internazionale da Amanda Seyfried, Katie da grande, Aaron Paul, star di Breaking bad, tre premi Oscar Jane Fonda Octavia Spencer e su tutti Russel Crowe. “I miei film  – spiega il regista – sono talmente emotivi che diventano psicodrammi. Divento il confessore dei miei attori”.

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