“A bigger Splash”, Guadagnino divide Venezia

di Emma Zampella

Ha diviso il pubblico e la critica, “A bigger Splash”, il film di Luca Guadagnino che arriva nelle sale italiane il 26 novembre.

Un cast da Oscar e una produzione internazionale quella messa a senso dal regista che però non decolla con la critica: la pellicola è stata, infatti, fischiata in sala stampa. Fischi e dissenso a cui si sono mescolati i sette minuti di applausi che il cast, presente in sala, ha saputo accogliere con emozione e gioia, addirittura ballando e accennando passi di danza sulle note della colonna sonora.

Una situazione che il regista ha saputo gestire al meglio. “E’ nella natura del festival – ha commentato il regista – la moltiplicazione delle opinioni si esprime nel modo in cui ciascuno crede”. Accanto a lui, in sala stampa l’intero cast da Tilda Swinton a Ralph Fiennes, Dakota Johnson e Corrado Guzzanti.

“A Bigger Splash” nasce come remake della “Piscina”, il celebre film di Jacques Deray che nel ’69 riuniva sullo schermo una coppia scoppiata nella vita, Alain Delon e Romy Schneider. “E’ il racconto delle dinamiche del desiderio tra persone adulte e di come queste si infrangano con la realtà – ha spiegato il regista – Le storie sono già state tutte raccontate, aggiungo le suggestioni di Pantelleria, isola violenta e potente, che necessariamente li mette a confronto con altro da loro”.

L’isola “simbolo dei territori di frontiera diventa protagonista” e apre la porta alla realtà nel microcosmo dei quattro protagonisti: una celebre cantante rock senza voce per una operazione (Tilda Swinton), il suo giovane compagno (Matthias Schoenaerts), l’ex di lei (Ralph Fiennes) e la figlia adolescente (Dakota Johnson). Si vede un barcone di migranti (“chiamiamoli rifugiati di guerra” prega la Swinton) arrivare e sparpagliarsi per l’isola.

Ecco così che “alla sciarada erotica della Piscina la forza del territorio fa rimescolare le carte. Mi affascinava filmare l’infilmabile, ossia il desiderio, ma sul set l’imperativo più che rifare La Piscina, era gestire il vento e il sole di Pantelleria”.

L’Italia, anzi l’italietta, entra prepotente nel finale con la figura del maresciallo Corrado Guzzanti. Un personaggio destinato a sollevare polemiche ma “la legge decide di seguire l’umano. Non credo proprio che questo maresciallo umano troppo umano sia una parodia. Del resto se non facciamo cinema per prenderci dei rischi e sondare territori insidiosi perché lo facciamo?”.

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