Spari in Via Campotonico, i “panni stesi” tra i motivi scatenanti

di Nicola Rosselli

Gricignano – Lo sgocciolamento dei panni stesi ad asciugare su uno dei balconi dell’edificio dove vivono le famiglie di Andrea D’Angelo e Paolo D’Angelo, zio e nipote protagonisti dell’ennesimo sanguinoso episodio di lacerazione dei rapporti di vicinato. Questo il motivo scatenante che, nel caldo pomeriggio di mercoledì, ha armato la mano del giovane che ha esploso sei o sette colpi di pistola contro il fratello del padre, in via Campotonico, a Gricignano, proprio nei pressi dell’edificio che ospita le abitazioni di entrambe le famiglie.

Ad accertarlo i carabinieri della compagnia di Marcianise che, coadiuvati dai colleghi della locale stazione, coordinati dal tenente Paolo Perrone, stanno conducendo le indagini sull’episodio che ricorda quello avvenuto qualche mese fa nel quartiere napoletano di Miano o, quattro settimane fa a Trentola Ducenta. Nel primo caso si sono contati, alla fine, sei morti, quattro nel secondo. In questo di Gricignano, per fortuna, solo un ferito, anche se per Andrea D’Angelo, 57 anni, i sanitari dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa, dove l’uomo è stato anche sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, non hanno ancora sciolto la prognosi. Le sue condizioni, comunque, seppure ancora gravi, sono stazionarie.

Quello delle gocce che cadevano dai panni stesi ad asciugare è stato, ovviamente, solo l’ultimo di dissidi familiari e di vicinato che hanno portato Paolo D’Angelo, non ancora 22enne, a sparare i numerosi colpi di pistola contro lo zio.

Già da tempo, da quanto si è appreso, infatti, Andrea e Nicola D’Angelo, i due fratelli, non si parlavano. Discussioni per futili motivi, da rapporti di vicinato a quelli familiari, avevano nel tempo incancrenito la convivenza rendendola impossibile, non solo tra loro due ma anche, inevitabilmente, anche tra gli altri componenti le due famiglie. Un clima che, quindi, anche Paolo, il giovane feritore, respirava quotidianamente e che, probabilmente, lo ha portato a mettere in pratica quel gesto che voleva, probabilmente, essere solo punitivo, ma che è andato oltre le sue intenzioni, mettendo seriamente a rischio la vita dello zio.

Qualche aiuto in più per i militari che indagano per ricostruire l’esatta dinamica potrebbe venire dalle immagini della telecamera di videosorveglianza dell’enoteca davanti alla quale si è consumata la sparatoria che i tecnici dell’Arma hanno estratto a portato via nello stesso pomeriggio dell’agguato su una pennetta usb.

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