Idrico, Ferrante (Cesa C’è): “Caduta di stile di Guida”

di Redazione

Cesa – Il caldo torrido di questi giorni sta giocando brutti scherzi a cittadini ed animali e mi duole apprendere che tra le sue vittime vi siano anche il primo cittadino di Cesa, Enzo Guida, ed il suo uccellino suggeritore, a cui nemmeno la famosa acqua della pubblicità è riuscita ad evitare un rovinoso stato confusionale.

La dialettica politica, anche dura, conferisce interesse e sostanza al dibattito sui temi di interesse pubblico tra le diverse forze politiche operanti sul territorio; l’invettiva personale e le farneticazioni denigratorie, al contrario, allontanano i cittadini e tolgono dignità e decoro al confronto tra chi è maggioranza in Consiglio Comunale e chi è minoranza. Afferma il vero, Enzo Guida, quando dice che il sottoscritto ha potuto visionare  il testo delle diffide e dato il proprio assenso di massima alla linea “dura” sulla questione Citl del sindaco e della sua maggioranza.

Nuova per chi come Guida in passato, da consigliere di opposizione, aveva anche pubblicamente caldeggiato la linea dell’accordo e della trattativa con i vertici del Consorzio Idrico (lo dimostrano le riprese del Consiglio Comunale aperto sul Citl del giorno 04.10.2014, ai tempi dell’amministrazione Liguori) ma vecchia per chi come l’ex assessore Carmine Alma, da amministratore, e per chi, come il sottoscritto, da comune cittadino aveva cercato di tutelare l’interesse dei cesani in una maniera più decisa, definita di “scontro” dall’attuale sindaco.

Come molti ricorderanno, a partire dal 2011, il Citl, pur avendo incassato dagli utenti gli importi relativi al consumo dell’acqua, non ha poi provveduto a versarli ad Acqua Campania s.p.a. per la fornitura del servizio né ha restituito le indicate somme al Comune di Cesa che è stato citato in giudizio da questa società per le somme non versate.

Tant’è che il Comune, dopo aver risolto la Convenzione (atto di diffida prot. n. 8034 del 10/12/2013 ai sensi dell’art.1454 c.c.) ha chiamato in giudizio il Citl innanzi al Tribunale di S.Maria C.V. (SEZ. I, R.G. 8600/2014) per ottenere la restituzione della somme indebitamente trattenute e di quelle complessivamente non versate al fornitore e da questi richieste al Comune, per un importo pari a € 759.243.61.

Come se non bastasse, inoltre, negli ultimi mesi, diversi cittadini di Cesa hanno ricevuto dalla Publiservizi srl quale “Concessionaria del servizio di riscossione dei canoni idrici per conto del Citl”, ingiunzioni di pagamento per canoni idrici non corrisposti.

In pratica, il Consorzio idrico di Terra di Lavoro a cui il Comune di Cesa, in forza della convenzione prot. n. 2733 del 2010, aveva affidato il compito di riscuotere i canoni idrici dai cittadini, per poi riversarli ad Acqua Campania, sta procedendo, attraverso la Publiservizi, alla riscossione coattiva dei canoni idrici pregressi.

L’ulteriore pagamento dei richiesti canoni in favore del Citl, che si trova in una situazione di deficit strutturale da diversi esercizi, ha esposto ed espone i cittadini di Cesa al serio rischio di dover ulteriormente ripianare le conseguenti perdite  del Comune di Cesa, pagando due volte.

L’ingiunzione di pagamento proviene da un soggetto (Publiservizi) che non agisce per conto del Comune di Cesa ma del Citl che, oltre a trattenere indebitamente le somme già versate dai cittadini, non ha più alcun rapporto contrattuale con il Comune di Cesa, essendo tale rapporto cessato a seguito di diffida prot. n. 8034 del 10/12/2013 emanato ai sensi e per gli effetti dell’art.1454 del c.c.  che, a quanto è dato sapere, opera con efficacia ex tunc.

Dire che Guida si è “allineato” alla precedente amministrazione sul Consorzio Idrico, non è una fantasia o, peggio ancora, un attacco. E non lo è nemmeno l’invito a non fare passi indietro rispetto all’orientamento espresso il giorno 27 luglio. E’ offensivo, invece, accusare il sottoscritto, capogruppo di “Cesa c’è” in forza di un legittimo consenso popolare e quindi l’intero gruppo rappresentato, non solo in Consiglio Comunale, di essere un “burattino” (come da titolo della nota “stonata” inviata da Guida a qualche sito web) e di prendere ordini dall’ex sindaco Liguori, le cui mistiche apparizioni ed i cui poteri magici, a partire dalla campagna elettorale, ormai alle spalle da un pezzo, sono un’autentica ossessione in giacca, baffi e pantaloni per l’attuale primo cittadino di Cesa.

Se è vero com’è vero che un amministratore sereno e soddisfatto, opera meglio nell’interesse dei cittadini, il sottoscritto si impegna pubblicamente ad ingaggiare un medium per far materializzare il dottore Liguori nelle stanze del Comune o nella sede di “Cesa C’è” con tanto di spartito e bacchetta da direttore d’orchestra, affinché il sindaco possa vedere i suoi comici sospetti tramutarsi in prove e rasserenarsi. Riguardo poi la speranza del rispetto di una transazione già ampiamente disattesa e per cui è in corso una causa, crediamo che sia destinata a svanire ancora una volta nel nulla.

Ma settembre è dietro l’angolo e saranno i fatti a parlare. Alla luce della nuova manifestazione di disponibilità dei vertici del Citl, di cui ha dato notizia il sindaco, l’unica ipotesi alla quale si potrebbe essere d’accordo, nel rispetto della transazione, è il pagamento in unica soluzione di tutte le somme arretrate da dicembre 2014 ad oggi (i 50.000 euro più le varie somme mensili) con i relativi interessi, per poter poi procedere ad una transazione con Acqua Campania.

Se la prima volta, infatti, aveva un senso rinunciare ad interessi e danni, dopo la presa in giro, il giudizio in corso e tutto il tempo che è passato, ciò non è più possibile, non per una questione personale, ma nell’interesse della comunità cesana.

La diffida alla Pubbliservizi è solo un primo passo ma abbiamo il timore che si debba arrivare, per via giudiziaria, alla richiesta di sequestro delle somme incassate per conto del Consorzio.

Ernesto Ferrante

capogruppo consiliare di “Cesa C’è”

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