La bufala della tassa sui condizionatori: ma c’è un fondo di verità

di Gabriella Ronza

Pare che ci siano “cascati” tutti, da Salvini alle maggiori testate giornalistiche italiane, nella “bufala della tassa sui condizionatori”.

Giovedì 23 luglio è, infatti, iniziata a circolare la notizia di una presunta tassa sui condizionatori introdotta dal governo Renzi. Le due associazioni di consumatori Federconsumatori e Adusbef hanno dichiarato in una nota che la nuova tassa costerà “200 euro a famiglia” e si sono lamentate del fatto che “sono arrivati a tassare anche l’aria”.

In realtà, la notizia non è del tutto esatta, o almeno, non è stata spiegata in maniera precisa. Effettivamente, la direttiva europea sulle emissioni di anidride carbonica prevede il rilascio di un libretto di certificazione e del primo bollino per i condizionatori, con una spesa che si aggira intorno ai 180 – 220 euro, e controlli di cadenza regolamentata.

Tuttavia, molti media non hanno specificato che queste norme riguardano solo i grossi impianti: ossia i condizionatori con potenza maggiore o uguale a 12 kw per raffreddare cioè ambienti di circa 160 metri quadrati, come precisa anche una nota del Ministero dello sviluppo economico.

Quest’ultimo ha, infatti, dichiarato che la maggior parte dei condizionatori casalinghi non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12kW. In una casa media, infatti, per raffreddare un locale tra i 15 o anche, esagerando, 40 metri quadri, basta una potenza di 2-3, 5 Kw.

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