I migranti latinoamericani lasciano l’Europa: la crisi è insostenibile

di Gabriella Ronza

Quando erano partiti dai loro paesi di origine, nel Sud America, non pensavano di trovare una situazione così disastrosa. Più che “terra promessa”, l’Europa si è rivelata ben presto una “terra illusoria” in cui non hanno saputo ritagliarsi uno spazio. È la storia di migliaia di immigrati latinoamericani che, sentendo il peso della crisi una volta arrivati nel nostro continente, stanno ponderando la decisione di ripartire verso le loro patrie.

A Milano, precisamente in via Cufra 29, è stato aperto uno sportello della Ong Icei (Istituto cooperazione economica internazionale) cui si possono rivolgere i cittadini di otto paesi latinoamericani che desiderano rientrare nel proprio paese. L’iniziativa è stata promossa dall’Organizzazione degli Stati Iberoamericani (Oei) per tutti coloro che, avendo vissuto lungo tempo in Europa, vogliono reinserirsi nel proprio paese di origine. In quest’ultimo, i cosiddetti retornados ricevano sostegno psicologico e materiale (fino a 600 euro per le spese base; fino a 2100 per realizzare progetti di piccola imprenditoria).

Il programma in corso, che durerà fino all’autunno del 2016, intitolato “Ritorni 3”, prevede che la Icei diffonda informazioni in Italia, nelle quattro regioni con più migranti latinoamericani: Piemonte, Lombardia, Liguria e Lazio.

Gli sportelli, a cui si possono rivolgere cittadini del Perù, Colombia, Bolivia, Brasile, Paraguay, Ecuador, Uruguay e Cile, vengono definiti ventanillas e sono presenti a Milano, Barcellona, Madrid e Lisbona.

Il motivo per cui questi immigrati del “Sud del mondo” vogliono lasciare le così ambite, nel passato, lande europee è semplice: la crisi.

La crisi economica ha portato, nel solo 2012, 321mila persone a lasciare la Spagna e complessivamente mezzo milione di persone a scegliere il ritorno in America Latina. Dal nostro Paese, inoltre, sono da segnalare flussi di ritorno anche verso l’Albania e la Romania (in totale, più di 130mila persone).

Alfredo Somoza, presidente di Icei ha affermato: “Il ritorno va interpretato anche alla luce delle ottime performance economiche dei Paesi latinoamericani che si affacciano sull’Oceano Pacifico, che sono legati all’economia dell’Asia e registrano alti livelli di crescita economica, offrendo opportunità lavorative sempre maggiori”.

Somoza aggiunge, però, che l’Italia a differenza degli altri paesi come la Spagna non fa alcun tentativo di mantenere un legame con gli immigrati latinoamericani che sono stati suoi “ospiti” più a lungo.

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