Le stragi di Setola: ci fu trattativa tra Stato e il boss Iovine

di Redazione

 Casal di Principe. Una trattativa tra la fazione del clan dei casalesi facente capo al boss Antonio Iovine , alias “’O ninno”, e agenti dei servizi segreti italiani per bloccare l’ala stragista facente capo a Giuseppe Setola e per concedere vantaggi allo stesso Iovine, oggi collaboratore di giustizia.

Secondo quanto raccontano oggi alcuni quotidiani, la vicenda, oggetto di indagine e confermata da due pentiti, si riferisce al periodo 2008-2009 quando Iovine era latitante.

Il contesto è quello di un periodo critico con attentati, intimidazioni, omicidi; nel mirino dell’ala stragista del clan dei Casalesi, dal 2006 in poi, erano finiti parenti di commercianti, dissociati, pentiti.

Ma, tra gli obiettivi ipotizzati, anche magistrati ed esponenti della società civile ed in ballo a questo proposito si fa riferimento anche alla possibile utilizzazione di 50 chilogrammi di tritolo. L’incontro tra componenti dei Servizi ed emissari di Iovine sarebbe avvenuto in Versilia.

Tuttavia, le condizioni poste dall’allora potente capoclan sarebbero state giudicate irricevibili. Il boss – secondo quanto emerso – avrebbe chiesto la scarcerazione della moglie e maggiore libertà di agire nel territorio di riferimento.

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