Capone: “Ricostruire la politica dialogando con le forze sane”

di Redazione

 Sant’Arpino. Mette un punto fermo su quelli che dovranno essere gli elementi basilari su cui fondare la ricostruzione della vita politica e democratica cittadina, il consigliere comunale Francesco Capone.

L’antagonista di Di Santo è chiaro e ribadisce il suo ‘no’ ad ogni forma di accordo sottobanco con quanti sono stati protagonisti dell’ultima stagione politica.

“Il calcolo in politica – dichiara Capone – esiste ma è cosa poco edificante. Altresì, sempre in politica, il compromesso è possibile purché sia inquadrato in un contesto di una sana e matura strategia capace di far convivere svariate realtà, che mitighino e non snaturino i capisaldi di un pensiero riformista e riformatore che maturino all’interno di un percorso personale e politico.

Quello che, però, non è mai possibile da qualsiasi angolazione la si veda, è trasformare gesti di puro opportunismo e calcolo in esempi di coerenza e punti fermi da cui partire. Il caso Angelo Lettera è la personificazione del ragionamento appena svolto. Per anni di padre in figlio si è munto in maniera spudorata il sistema, poi quando si è maturata la convinzione di averne introitato il massimo si cerca di uscirne alla meglio con la speranza di riciclarsi per una nuova avventura.

No. Siamo davvero fuori strada. Il sottoscritto non ha bisogno di Angelo Lettera e di suo padre per porre fine all’esperienza Di Santo ed andare ad elezioni per tre semplici ragioni. In primis perché la casa di quanti vogliono ridare dignità a Sant’Arpino si deve ergere su basi solide e sicure e non certamente cominciando dal tetto mettendo insieme qualche transfuga dell’ultima ora.

Subito dopo perché Francesco Capone è stato ed è il più fiero e coerente oppositore del Di Santo, di cui auspica l’uscita di scena e la sconfitta politica, in quanto architrave di una degenerazione irrimediabile del sistema, e da ultimo perché con certezza matematica le elezioni si terranno il prossimo anno per la decadenza ineluttabile ed inevitabile dell’attuale sindaco.

Per queste basilari argomentazioni ma non darò mai voce agli accordi sottobanco con forze retrive e negative ed anzi trovo pericoloso e fuorviante il ragionamento di una parte del Pd, che invece di chiamare a raccolta le forze migliori di questo nostro paese comincia dalle peggiori, addirittura indicandole come esempio da seguire. Se un ragionamento va fatto, lo si deve fare, con le forze sane e non compromesse del gruppo, che per comodità di ragionamento, viene individuato in Alleanza Democratica per Sant’Arpino.

Un dialogo che deve avvenire però alla luce del sole, senza vendette, senza inganni, andando a salvaguardare le sensibilità, le potenzialità e le capacità, di persone che possono e devono dare un contributo importante all’amministrazione della cosa pubblica a Sant’Arpino.

Tutto questo ovviamente non sposta di una virgola il giudizio e l’atteggiamento verso l’amministrazione Di Santo che per quanto mi riguarda rappresenta il punto più basso di un ventennio ricco solo di esempi da non seguire. Se poi questo utile ed indispensabile confronto porti ad una caduta della giunta Di Santo, il percorso deve essere il suggello di un dialogo ma non il furto di una storia.

Per questo l’approccio di una parte del Pd, benché probabilmente non suffragata da una legittimazione interna, è quanto di più lontano possa essere da quanto ho appeno sostenuto, poiché in maniera del tutto fuorviante si fa apparire Angelo Lettera come un eroe, un esempio da seguire.

No cari amici democratici, io non mi iscrivo al partito di chi aspetta il primo traditore per osannarlo ed additarlo come eroe. La strada scelta da Francesco Capone è tutt’altra è quella di favorire le convergenze solo ed esclusivamente attraverso l’iniziativa politica, partendo da domande molto semplice ma al tempo stesso impegnative. Quale Sant’Arpino vogliamo costruire dal punto di vista sociale, urbanistico, ecologico e culturale?

Quale sistema tributario crediamo possibile e sopportabile per la popolazione santarpinese? Quale assetto e quale futuro intendiamo dare alla Multiservizi? Questi in estrema sintesi i punti salienti per l’apertura di un confronto e di un dialogo con tutte la forze sane e non compromesse in vent’anni di sistema. La strada maestra sarà solo ed esclusivamente quella delle idee e da esse si partirà e non dalla coda, come ha fatto parte del Pd, cercando inutilmente di dare dignità politica a chi non l’ha mai avuta”.

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