Agguato a Roma: ucciso il cassiere di Mokbel, imputato in inchiesta Fastweb

di Stefania Arpaia

 Roma. Urla e tre colpi di arma da fuoco hanno fatto correre le forze dell’ordine in via Gandolfi, a Roma, dove un uomo ha perso la vita.

Si tratta di Silvio Fanella, uno degli indagati del processo per il maxi-riciclaggio Telecom Italia Sparkle-Fastweb pari a 2 miliardi di euro. Il 41enne era stato condannato lo scorso ottobre a nove anni di reclusione accusato di aver organizzato, diretto e controllato, il trasferimento delle somme indebitamente sottratte all’erario e il relativo reinvestimento in attività lecite ed illecite. La sua figura era molto legata a quella dell’imprenditore romano Gennaro Mokbel, ritenuto “la mente” dell’organizzazione criminale.

Per gli investitori Fanella, insieme a Mokbel e ad altri, si sarebbe occupato di creare società all’estero dove il denaro veniva collocato e distribuito: compravendita di brillanti, di opere d’arte, di dipinti e sculture, erano i metodi principali per il riciclaggio del capitale.

L’uomo era agli arresti domiciliari, con divieto di allontanarsi da Roma, e avrebbe dovuto testimoniare alle successive udienze del processo. L’ultima seduta risale allo scorso martedì.

L’omicidio è avvenuto nel quartiere residenziale della Camilluccia, alle 9 di giovedì mattina. Nell’agguato sarebbe rimasto ferito ad un gluteo uno dei tre aggressori, soccorso in strada e trasportato al Gemelli in codice rosso. Si tratterebbe di un 29enne, esponente del movimento politico CasaPound, lasciato dai complici in strada. Gli altri due killer sarebbero fuggiti a bordo di un’auto rubata, una Fiat Croma bianca, ritrovata poco dopo nei pressi dell’abitazione della vittima.

Fanella sarebbe stato colpito al petto e, in base ad una prima ricostruzione della vicenda, sembrerebbe che gli assassini sarebbero entrati in casa del 41enne in compagnia di una familiare.

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