Camorra, pizzo per conto di Zagaria: otto arresti

di Redazione

 Caserta. Otto arresti quelli operati, venerdì mattina, dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Casal di Principe, al termine di un’indagine della Dda di Napoli che ha smantellato una vera e propria rete di estorsori, tutti fiancheggiatori del clan capeggiato dall’ex superlatitante Michele Zagaria.

E’ l’ultimo tassello di un’inchiesta che ha consentito di individuare e colpire a partire dal 28 gennaio scorso 20 estorsori, 16 affiliati al clan e dalla quale sono scaturiti già 30 provvedimenti.

A seguito dell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta dei pm della Dda,Conzo e Ardituro,i carabinieri diretti dal tenenteSalvatore De Falcoalle dipendenze della compagnia dell’Arma di Casal di Principe, comandata dal capitanoMichele Centola, sono stati sottoposti agli arresti quattro esponenti già in carcere e tutti di Casapesenna:Michele Barone, 39 anni, Giovanni Garofalo, alias o’ Marmolaro, 41, Giorgio Pagano, 38, e Costantino Diana, detto “’O cinese”, 36.

Con loro sono stati arrestati ancheLuigi Diana,61enne di Villa di Briano, conosciuto come “Il diavolo”, già sottoposto ai domiciliari, e altre tre persone che si trovavano a piede libero:Antonio De Rosa, 32 anni, Raffaele De Luca, 43, entrambi di Casapesenna, e Giuseppe Garofalo, 42, di San Marcellino.

I capi di accusa che pendono ora sugli indagati sono estorsioni e illecita concorrenza aggravati dal metodo mafioso. L’attività investigativa, avviata nel gennaio 2013, ha permesso di ricostruire numerosi episodi estorsivi commessi dal 2008 al 2010, per conto del clan dei casalesi fazione Zagaria, ai danni di imprenditori e commercianti della provincia di Caserta.

Le richieste di pizzo venivano spesso rateizzate nel corso dell’anno con importi che variavano dai 3mila ai 5mila euro. Gli affiliati esercitavano un controllo capillare del territorio, formulando richieste di denaro “per le famiglie dei carcerati”.Oltre alle richieste di denaro, era stata imposta al titolare di un bar l’installazione di “slot machine”, mentre in un altro episodio il proprietario di un deposito di materiale edile era stato costretto a consegnare prodotti per un valore di 8mila euro senza ricevere un corrispettivo.

Nel corso dell’attività di indagine si è registrata la collaborazione di diversi imprenditori e commercianti che hanno acquistato fiducia nelle Istituzioni, iniziando a denunciare gli episodi di cui erano stati vittime.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico