Camorra e politica: Iovine accusa Lorenzo Diana e Gianni Alemanno

di Redazione

 San Cipriano. Tra le sue prime rivelazioni l’ex superboss Antonio Iovine chiama in causa Lorenzo Diana, ex parlamentare di San Cipriano d’Aversa, e Gianni Alemanno, ex ministro dell’Agricoltura ed ex sindaco di Roma.

“Anche la parte politica che dovrebbe rappresentare la parte buona dello Stato è stata quantomeno connivente con questo sistema se non complice. Sicuramente era del tutto consapevole di come andavano le cose”, ha detto “’O Ninno” ai magistrati della Dda di Napoli, citando come esempio gli appalti per la refezione scolastica in numerosi comuni dell’agro aversano aggiudicati a un’impresa a lui legata.

“Era noto a tutti – ha detto ai pm – che quella era un’impresa di Antonio Iovine, eppure nessuno si è mai opposto a questo sistema”. E qui tira dentro Diana: “Per esempio, a San Cipriano una personalità come Lorenzo Diana, che pure ha svolto un’azione politica dura di contrasto alla criminalità organizzata, facendo parte anche della commissione antimafia, ha permesso che noi continuassimo ad avere questi appalti anche quando erano sindaci Lorenzo Cristiano e Angelo Reccia della sua stessa parte politica. Il sistema – ha sottolineano Iovine – è andato avanti fino al 2008 e allo stesso modo nulla ha avuto da ridire il sindaco Enrico Martinelli che era invece del centrodestra”.

La replica di Diana. A stretto giro è arrivata la replica di Diana, attualmente presidente del Caan, centro agroalimentare di Napoli: “Iovine – dice l’ex senatore – oggi scopre l’acqua calda sul fatto che gli appalti nei territori a dominio camorristico dei Casalesi fossero condizionati dalla criminalità organizzata dal momento che non c’era la libertà di partecipare agli appalti senza il loro assenso. Quando i funzionari dei comuni facevano gare di appalto partecipavano solo le ditte che avevano l’assenso del clan dei Casalesi. Questa realtà era da me denunciata con evidenti prove nella Commissione Antimafia, alla Prefettura e in pubbliche dichiarazioni chiedendo allo Stato di estirpare il controllo del territorio da parte del clan. Su questi aspetti ho chiesto e ottenuto tante riunioni del Comitato provinciale per l’ordine e sicurezza pubblica”. “Il Comune – continua Diana – chiedeva il certificato antimafia e queste ditte, che Iovine indica come proprie, lo producevano. Senza quel certificato l’appalto non sarebbe stato confermato e pertanto è evidente che c’è la realtà del dominio della camorra da estirpare”. “Su tutto il resto – conclude – basta aggiungere che il mio impegno politico e personale contro la camorra dava talmente fastidio che Iovine e gli altri clan si riunirono per decidere di ammazzarmi con una bomba sotto la mia auto e quella della mia scorta. In quel periodo senza aspettare il diniego del certificato antimafia cacciai personalmente, in uno scontro diretto, la ditta notoriamente camorristica di Vassallo”.

I fondi per l’agricoltura. Su Alemanno, Iovine cita alcuni finanziamenti del Ministero dell’Agricoltura per il rimboschimento nell’Alto Casertano che, agli inizi degli anni Duemila, sarebbero finiti nelle mani del clan. “Si trattava – spiega Iovine – di lavori appaltati attraverso finanziamenti del Ministero dell’Agricoltura e Vincenzo Della Volpe ottenne di essere colui che avrebbe gestito per conto del clan i relativi appalti”. “Se non sbaglio – ha aggiunto – questi finanziamenti si riferiscono al periodo in cui il ministro dell’Agricoltura era Alemanno e ricordo il particolare che il ministro venne a San Cipriano per una manifestazione elettorale al cinema ‘Faro’, su invito di mio nipote Giacomo Caterino, anche lui impegnato in politica tanto che è stato candidato alle elezioni comunali e provinciali ed è stato anche sindaco di San Cipriano”.

La replica di Alemanno. Anche da Alemanno arrivano immediate precisazioni: “I fatti a cui fa riferimento il pentito Iovine risalgono a un periodo antecedente la mia gestione al ministero dell’Agricoltura. Infatti, i finanziamenti per la forestazione affidati alla ex Agensud furono previsti nella delibera Cipe 132 del 1999 e furono erogati dalla stessa Agensud nell’anno 2000, quindi prima del mio insediamento nel Dicastero avvenuto nel 2001. Al contrario la nostra Amministrazione ha avuto un ruolo decisivo nel portare alla luce e debellare lo scandalo noto con il nome di ‘Forestopoli’, denunciato nel 2002 in un rapporto del dirigente del Corpo Forestale dello Stato della Campania, dottor Antonio Spagnuolo. Questa denuncia nel 2003 mi consentì di istituire una commissione che revocò tutti gli appalti che erano stati precedentemente assegnati e che permise alla magistratura di acquisire elementi decisivi per inquisire i pubblici ufficiali che avevano permesso l’assegnazione di quegli appalti”.

Per quanto riguarda la manifestazione al cinema Faro di San Cipriano, Alemanno chiarisce che “si tratta di una normalissima manifestazione elettorale di Alleanza Nazionale, organizzata nel 2005 dall’allora candidato al Consiglio provinciale, Giacomo Caterino, su cui all’epoca non pendeva nessuna accusa e nessun sospetto. Caterino fu arrestato nel 2007 per un’inchiesta relativa alla Provincia di Caserta, molto tempo dopo aver abbandonato Alleanza Nazionale ed essere passato al gruppo dell’Udeur”.

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