Sanremo si apre con la protesta degli operai Cub

di Redazione

 Sanremo. L’edizione 2014 del Festival di Sanremo si apre all’insegna delle contestazioni di due lavoratori del consorzio unico di bacino di Napoli e Caserta.

Antonio Sollazzo e Marino Marsicano, mentre Fabio Fazio era impegnato nel monologo d’apertura, sono saliti su una struttura del teatro hanno minacciato di buttarsi giù in segno di protesta contro la difficile situazione del lavoro in Campania. I lavoratori del Cub, che si occupava della raccolta rifiuti, dopo il commissariamento del consorzio non percepiscono lo stipendio da circa un anno e mezzo.

Mentre il conduttore parlava, con un riferimento anche al treno deragliato in provincia di Savona che campeggiava in un’immagine alle sue spalle, i contestatori hanno iniziato a gridare. “Non possiamo più mangiare”. Con loro c’era anche una donna che si è sentita male prima di salire sulla balaustra. Senza perdere la calma, Fazio li ha invitati a “non fare sciocchezze”. I due hanno quindi consegnato al conduttore una lettera rivolta alle istituzioni. “Sono lavoratori di Pompei, Napoli e Caserta – ha spiegato Fazio quando, dopo alcuni momenti di grande concitazione, è tornata la calma – che hanno problemi di lavoro e reclamano il diritto alla loro dignità. Non c’è niente di più importante di questo”.

Poco dopo i contestatori sono stati accompagnati fuori dall’Ariston. Uscendo hanno gridato “Veniamo dalla Terra dei Fuochi, siamo senza stipendio da 16 mesi. Fatelo sapere!”. Successivamente, dopo il bel tributo di Ligabue e Mauro Pagani a Fabrizio De Andrè, Fazio ha letto la loro lettera – rivolta alle istituzioni – quasi integralmente. “Siamo senza stipendio da 16 mesi – c’era scritto – Ogni giorno ci rechiamo a lavoro. Siamo in 800 in questa situazione e tra di noi ci sono già stati tre casi di suicidio. Ci scusiamo per lo sgradevole intervento. Restituiteci la nostra dignità”.

Una protesta che ha ricordato, per le modalità, l’episodio dell’edizione 1995. Allora un disoccupato quarantenne residente a Bologna, Pino Pagano, minacciò di suicidarsi gettandosi da una balaustra della galleria del teatro Ariston perchè senza lavoro e disperato e fu “salvato” in diretta tv da Pippo Baudo, che conduceva la rassegna.

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