Puc, Sorvillo (Ats): “Una corsa assurda verso il nuovo Puc”

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. L’associazione “A.t.s”., attraverso il presidente Salvatore Sorvillo, esprime il proprio punto di vista sul nuovo Puc in adozione ad Orta di Atella.

E’ giunto il momento di fare chiarezza su quanto si sta facendo sotto il profilo urbanistico ad Orta. Dopo tanti convegni, seminari, incontri, dibattiti, interventi di dotti e specialisti, per trattare un argomento che sta creando una grande confusione legislativa e interpretativa. O meglio, l’unica chiave interpretativa possibile, è che, non si vuole riqualificare il territorio ma ancora una volta martoriarlo.
Ma facciamo un piccolo passo indietro, nel lontano anno 2001, ad Orta fu adottata la variante al Prg che aveva nemmeno due anni vita, ma visto che non si poteva immediatamente edificare furono adottate in consiglio comunale due belle delibere una pare le zone C1 e C2 ed una per le zone D , le quali delibere consentivano, in primo luogo, la possibilità dell’intervento diretto, la dove vi fossero le opere di urbanizzazione primaria, anche con l’impegno del concessionario a farle di tasca sua, ed inoltre la possibilità di un piano in più, ovvero innalzando le altezze massime del Prg.
Giungiamo quindi all’anno 2004 con l’istituzione dello sportello unico e dal 2005 si parte con il cosiddetto boom edilizio. Per i non addetti ai lavori ricordiamo che, prima esisteva la commissione edilizia che aveva bisogno del parere preventivo del responsabile del settore urbanistico, per il rilascio dei titoli abilitativi, poi abbiamo avuto il tecnico unico incaricato del rilascio, sempre supportato dal responsabile del settore urbanistico, ma poi dal 2004, anno in cui nasce lo sportello unico, il tecnico per l’istruttoria e per il rilascio diveniva un’unica persona, ed in alcuni casi si interscambiava, con un altro soggetto, ad hoc per il factotum.
Nell’arco degli anni che vanno dal 2001 fino al 2008 presso l’U.t.c. esisteva, o meglio era presente, un piano regolatore che nella normativa tecnica di attuazione aveva i parametri di cui alle delibere stesse, ora nessuno lo ricorda. Nessuno mai, fino all’anno 2008, ovvero con l’arrivo della triade commissariale ne aveva messo in discussione l’efficacia, anzi nessuno si era mai preoccupato del loro effettivo e definitivo iter procedurale. Di punto in bianco viene attestata, da una parte,la loro inefficacia, dall’altra mai alcun atto revocativo è stato emesso fin ora per eliminare dette delibere. A questo punto, nel 2009 il dirigente del servizio di staff, nonché vice-segretario del comune, attesta con tanto di certificazione scritta che le delibere de quo, non hanno alcun atto di revocava o limitazione delle stesse.
Capirete, che, ad un’interpretazione, tutta personalistica, delle stesse delibere, e con intenzione di creare caos e terrore, sono scaturiti tanti annullamenti di titoli abilitativi, motivandoli sempre e solo che gli stessi sono stati rilasciati senza la preventiva lottizzazione, dovuta, senza analizzare gli articoli di legge che avrebbero potuto dare l’edificazione diretta, anzi senza, magari far registrare o trascrivere eventuali atti d’obbligo o convenzioni allegate alle stesse richieste di titoli edificatori.
Attualmente presso il Comune è tornata quella normativa tecnica di attuazione senza i parametri delle delibere, ma soprattutto senza un certificato scritto, una nota, un verbale in cui si sancisce tale ritorno ai verdi prati e colline in fiore. Anzi, si tuona a destra ed a manca che le delibere , de quo, non sono utilizzabili poiché le stesse non hanno completato l’iter procedurale dovuto, tanto è vero che nel Puc non vengono riportate e quindi il piano in più, oppure l’intero fabbricato debba essere sanato con il famigerato articolo 38 , e con i Pua in Sanatoria, argomento comunque che tratteremo più avanti, senza dimenticare Pria e Zone CC.
Il sottoscritto siè stufato di affrontare processi penali solo per dimostrare la legittimità di atti presenti presso l’ufficio tecnico comunale, depositati non si sa da chi, o meglio ora nessuno sa chi li ha fatti utilizzare, anche se le delibere di consiglio comunale furono votate da circa la metà dei consiglieri comunali tutt’ora in carica, si giunge ad avere, e soprattutto,si vedono e si sentono in giro una miriade di Ponzio Pilato di turno, di verginelle, di uomini retti e corretti, iniziando da chi ora per allora guidava l’amministrazione comunale e impartiva il do per l’orchestra.
Stanco di tutte queste diatribe del caso, il giorno 01/08/2013 abbiamo mandato una nota scritta al sindaco, al segretario comunale nonché al responsabile area tecnica, abbiamo presentato osservazioni al Puc in riferimento alle delibere, e successivamente poiché ci hanno risposto, con nota evasiva, la quale attesta, che in ogni caso, è l’organo deliberate interessato, a curare o meno la revoca degli atti di consiglio comunale, in data 04/09/2013 abbiamo, quindi , mandato una nota informativa, a tutti i consiglieri comunali, quindi ora ne sono a conoscenza.
Ebbene, come diceva il grande presidente Pertini, il consiglio comunale da allora non si è ancora tenuto, forse per snobismo, o forse perché non si sa che pesci prendere, ragazzi dovete solo revocare atti di consiglio comunale illegittimi.
Le osservazioni, di cui alle delibere, sono state rigettate, ma, udite, non dai tecnici redattori del piano ma dal legale a supporto degli stessi, quindi capirete che forse è solo un parere di merito, per salvare capre e cavoli.
Ora veniamo al Puc, attestato, che, forse vi è stato un disegno edificatorio progettato da una mente eccelsa al fine di far edificare, in un certo modo, un territorio comunale vergine e privo di speculazioni, riuscire ad accumulare un patrimonio di un milione di euro e dieci appartamenti, (stima oggetto di verifica) in napoletano si dice ‘a varc o sciuttt’, ottenuto ciò, si è inventata la necessita di sanare il malcapitato, il mal tolto, l’errore commesso dai tecnici incaricati, si è provveduto ad erigersi a paladini della giustizia, a sanare errori commessi, a danno di chi?
Molte imprese sono chiuse, molti reati, fatto salvo la lottizzazione abusiva, sono prescritti, vi è solo un danno, che ricade tristemente su chi ha acquistato casa, ovvero il terzo acquirente in buona fede, ovvero chi dovrà pagare la sanatoria inventata, per far cassa, pagando due volte l’appartamento acquistato, ed il vero speculatore la farà franca.
Facciamo un piccolo passo indietro, forse i tecnici incaricati dal comune di Orta dal 2001 al 2008, erano dei Diabolik e dei Mandrake, ovvero talmente furbi da ingannare venti consiglieri comunali e tutto un ufficio tecnico comunale, tanto di cappello a questi emeriti signori, e se hanno progettato, e gestito, da soli tutto sono grandi tecnici. Fatto sta che al momento, invece sul comune, c’è, addirittura, chi possiede impresa edile di famiglia ed ha operato e sta operando sul territorio, ma questo è un altro discorso, forse piace a qualcuno l’essere diretto interessato, agli interventi edilizi , anzi e meglio, così certamente nessuno potrà interferire.
Ora trattiamo il Puc, nelle sue sfaccettature, ovvero, l’adozione dell’articolo 38, il quale prevede la rimozione di un vizio procedurale ad un permesso rilasciato, si presuppone legittimo, invece ad Orta sta per essere intesa come sanatoria giurisprudenziale, senza però chiarire i costi finali ed a carico di chi? Inoltre, chi aderisce all’articolo 38 si preclude la possibilità legittima di intendere, eventuale, causa risarcitoria, al comune per omesso controllo sulle attività edilizia sul territorio.
Le zone CC esistono solo ad Orta, ovvero zone da riqualificare, a seguito di un edificazione, voluta non si sa da chi, ma certamente presente, ma che non è abusiva ma difforme alle concessioni ed alle destinazioni delle aree, di fatto ma non di progetto. Discorso a parte, per i Pria, strumento da verificare nel pieno della loro legittimità, cosi come i Pua in sanatoria, forse ne vedremo delle belle a breve, o a lungo termine.
Tutti dimenticano una cosa, fondamentale e necessaria: gli standard urbanistici che dovevano sorgere, con i soldi degli oneri urbanistici incassati, non sono mai stati realizzati, anzi i terreni ora sono stati resi edificatori, chissà chi li ha comprati? Vedi area piscina comunale, esempio lampante, e intanto non abbiamo parcheggi piazze e aree di riposo, ma solo prospettiva di case e case.Senza considerare che su alcuni standard sono stati realizzati immobili, e su alcuni rilasciate concessioni che per tempo non si è riuscito ad edificare.
Restiamo, coerenti, sempre con noi stessi, ad approvazione del Puc, ricorreremo al Tar per ristabilire la legalità, almeno avere un organo di merito che potrà chiarirci meglio la questione urbanistica.
Ma un’ultima considerazione va fatta, il Prg attualmente vigente è buono, non ha esaurito tutte le sue potenzialità, quindi noi siamo dotati di strumento urbanistico. La corsa al Puc è talmente assurda, motivata da pseudo necessità, che si sconvolge la verità, o meglio la si cuce a proprio uso e riuso.Ora vogliamo sapere fino a quando dovremmo permettere che il territorio di Orta venga martoriato.
Certamente nel prossimo Consiglio comunale saremo etichettati come coloro i quali creano solo allarmismi, accusano di speculazione e vilipendio, ma certamente non abbiamo palazzi, terreni e/o proventi da anni di speculazioni edilizie sul territorio, abbiamo solo una cosa che ci preme ristabilire ad Orta di Atella: la dignità degli uomini e la dignità del paese. Attendiamo fiduciosi, nella riposta del popolo Ortese che non si farà attendere.
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