Assistenza negata: caos e denunce al Centro Santulli

di Antonio Arduino

 AVERSA. Si mobilitano i parenti dei pazienti affetti da disabilità curati presso il centro di riabilitazione “Cinzia Santulli”.

Preannunciano manifestazioni di piazza e denunce per contestare la sospensione delle attività della struttura che ha chiuso i battenti dal primo giorno di settembre per i tagli effettuati dall’azienda sanitaria locale a seguito del decreto regionale che riduce i fondi destinati alla fisioterapia. Una decisione che ha creato un vero terremoto nel centro riabilitativo costretto a cancellare le cure per 419 pazienti affetti da gravi patologie, in carico con regolare contratto fino al 31 dicembre 2013, e che mette a rischio il posto di lavoro di 65 dipendenti e 20 operatori a prestazione.

La decisione di tagliare i fondi, sostengono dalla direzione della struttura, sarebbe nata da un equivoco amministrativo, creato dal dato di fatto che il centro, pur essendo in condizione di soddisfare le richieste di fisioterapia dell’utenza ed avendo chiesto da anni l’accreditamento per questo tipo di cura, effettua esclusivamente trattamenti riabilitativi a contratto, ricevendo, però, finanziamenti comprensivi dei due tipi di trattamenti cosicché vengono utilizzati esclusivamente per il settore riabilitativo per osmosi, così come previsto dalle norme vigenti. Con la riduzione imposta dal decreto regionale ai finanziamenti dedicati alla fisioterapia il centro si è visto tagliare 302 mila euro, una somma che avrebbe permesso di garantire assistenza fino al nuovo anno.

“Il taglio – commentano dalla direzione del centro – non avrebbe dovuto essere effettuato giacché è ben noto ai vertici dell’Asl che la nostra struttura non effettua fisioterapia malgrado sia in grado di garantirla ed abbia chiesto da anni di essere autorizzata ad erogare questo tipo di assistenza, essendo adeguata alle norme che regolano la materia”. “Tagliando un settore che non eroghiamo ma del quale utilizziamo per osmosi i fondi per la riabilitazione ci ritroviamo ad avere esaurito il nostro tetto di spesa anzitempo e a chiudere i battenti, negando assistenza a pazienti che hanno necessità di cure continue”.

Un diritto costituzionale che i familiari degli ammalati intendono difendere anche denunciando alla magistratura i responsabili di un taglio che sembra non essere giustificato per il centro Santulli.

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