Monti: “Il caso Italia preoccupa”

di Redazione

 ROMA. Il caso Italia “interessa, impressiona e preoccupa tutto i governi”. Parola di Mario Monti, che sul tavolo di quella che è ufficialmente la sua ultima partita da presidente del Consiglio in Europa ha messo una lettera di cinque pagine.

In cui ha riassunto i suoi due anni, il percorso di un paese virtuoso che ha saputo mantenere le promesse richieste da Bce e Ue al governo Berlusconi nel 2011. E che ora è comunque alle prese con le spinte “populistiche ed antieuropeiste”. Un caso, insomma che deve essere di lezione per i ‘rigoristi’ d’Europa tifosi dell’austerity a tutti i costi, dalla Merkel in giù.

Nella lettera e al tavolo del summit – ma prima ancora nel pre-vertice dei leader ‘popolari’ che fanno maggioranza nella Ue a cominciare dalla Cancelliera tedesca – Monti ha chiesto di combinare il rigore con la crescita. Di più si devono individuare “i mezzi per incoraggiare e ricompensare gli Stati membri che si impegnano ad attuare riforme difficili”. E che, come l’Italia, hanno rispettato tutti gli impegni, hanno “un avanzo primario del 2,5%, tra i più alti in Europa”, non chiedono dilazioni “come altri fanno”.

In concreto ha chiesto “un margine di flessibilità” nel valutare il peso degli investimenti sul deficit pur “nell’ambito della disciplina di bilancio”. E, a vertice concluso in tempi da record, Monti riferisce di un Barroso che “non ha rilevato contraddizioni” tra le richieste italiane e le politiche di mantenimento del rigore.

Il problema, come spiega il ministro Moavero, ora passa alla Commissione che dovrà individuare i criteri per definire gli investimenti produttivi. Intanto, Monti si è mostrato “convinto” di essere riuscito a vincere anche l’ultima partita. Che ha cominciato a giocarsi arrivando di primo mattino nella sede del Consiglio europeo. Poi andando al pre-vertice del Ppe dove, davanti alla Cancelliera e ai leader ‘popolari’ d’Europa ed assieme a Pierferdinando Casini e Antonio Tajani, ha spiegato la situazione. Che “preoccupa molto”, come ammesso dal tedesco Elmar Brok, eurodeputato della Cdu e ‘consigliere’ della Merkel.

Ma la Germania tiene il punto e non mostra segni di apertura. Consolidamento e crescita non sono mai state in contrapposizione, secondo Merkel. Un “no esplicito a qualsiasi ipotesi di allentamento si è però incaricato di dirlo – ai giornalisti, uscendo dal vertice del Ppe – il premier finlandese Jyrki Katainen.

“Non c’è margine” per dare spazio alla proposta Monti sugli investimenti, perché “è impossibile definire quali investimenti lasciare fuori dal calcolo”, concludendo che “‚ più onesto calcolare tutto quanto si spende”.
Una posizione oltranzista contro la quale è arrivato l’ammonimento di Martin Schulz, politicamente colpito dal successo di Grillo e del M5S.

“Vi avverto, le implicazioni del risultato delle elezioni italiane non deve essere sottovalutato”, ha detto nel suo discorso ai 27 in apertura del vertice. Secondo Moavero, comunque, attorno al tavolo dei leader “le opposizioni” alle richieste italiane “sono state molto minori” di quanto mostrato in pubblico. Monti lascia Bruxelles mostrando soddisfazione.

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