Berlusconi: “Se il Quirinale va alla sinistra daremo battaglia”

di Redazione

BerlusconiROMA. “Se la sinistra sceglierà anche il presidente della Repubblica e allora daremo battaglia nelle piazze e nel Parlamento”.

Parole di battaglia quelle di Silvio Berlusconi, pronto a far partire un’azione di protesta se non verrà scelto un candidato moderato, come proposto domenica dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, al Pd in cambio di un accordo per un governo targato Bersani.

Sul tema il Cavaliere si è espresso nel corso della riunione del gruppo Pdl alla Camera, tenutasi lunedì mattina. Non prima di aver attaccato, ancora una volta, i giudici. “All’interno della magistratura c’è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici: è una magistratocrazia”.

Secondo Berlusconi, i magistrati avrebbero messo in piedi “un’operazione per farmi fare la fine di Craxi. Ma hanno sbagliato persona”. Da qui il commento negativo sulla scelta di Pietro Grasso alla presidenza del Senato. “Il Senato – ha detto l’ex premier – è andato a un pm, andando contro il sentire del 37,7% dei cittadini preoccupati per la ‘magistratocrazia’”. E in un clima sempre più teso Berlusconi ricorda che si potrebbe tornare a votare: “Consideriamoci già in campagna elettorale”. Anche perché teme che “un numero sufficiente di grillini possano vendersi a Bersani”.

Il Cavaliere ha anche parlato di una “legge per consentire l’elezione diretta del Capo dello Stato” e, quanto alle politiche di governo, ha sottolineato: “Altro che conflitto d’interesse e corruzione. Serve la ripresa economica e occorre aiutare le imprese”.

Intanto, non sembra chiuso il dialogo fra la Lega e il Pd per la formazione del governo. Secondo il leghista Roberto Calderoli, intervistato da Repubblica, “c’è ancora una possibilità”, e sarebbe legata “alla scelta del presidente della Repubblica”. L’ex ministro del Carroccio dipinge anche un profilo del prossimo capo dello Stato: “Non dovrà avere tessere di partito, e men che meno essere il quarto di sinistra”. Su questo, a detta di Calderoli, sarebbero d’accordo anche nel Pd, a parte la frangia di quelli che definisce “i turchi”, ossia quelli “che continuano a spingere verso l’alleanza con Grillo. Che li prende a sberle, si diverte e aumenta ogni giorno così il suo consenso”.

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