‘Cartelle pazze’, Pd: “La a maggioranza mette bavaglio all’opposizione”

di Redazione

 SANT’ARPINO. Avevamo sperato o ci eravamo illusiche sulla questionedei tributi, Di Santo e la sua ex maggioranza avessero riflettuto …

… e, quindi, iscrivendo all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio la proposta di deliberazione dei consiglieri di minoranza, disposti ad un confronto serio e di merito su di un problema che tocca la carne viva dei cittadini di S.Arpino. Invece, un muro invalicabile è stato opposto e non si è consentito che si discutesse della proposta.
Eppure nella proposta dei consiglieri di minoranza non c’era alcuna strumentalizzazione, ma solo la preoccupazione, puntualmente documentata (con bel sette allegati a supporto), di correggere una stortura e rendere giustizia ai cittadini di S.Arpino. E c’era perfino un appello ragionato a e convinto a lavorare in insieme sulla materia. Un appello bipartisan!

Riteniamo opportuno rendere pubblico l’intervento con il quale si sosteneva la bontà della proposta di deliberazione per la sospensione momentanea degli avvisi di accertamento dei tributi comunali:

“Presidente, Sindaco, colleghi consiglieri, oggi possiamo finalmente discutere della nostra proposta di deliberazione, che ha subito un ingiusto ostracismo anche con motivazioni del tutto pretestuose, messe in atto solo per non far conoscere la verità ai nostri concittadini. Ma questa sera prendiamo atto del cambio di registro, grazie anche alla nostra protesta che non era certamente una sceneggiata e che solo l’insipienza di qualche “maschera di Carnevale” ha tentato di sporcare!

Allora, veniamo alla nostra proposta e cerchiamo di far comprendere perché debbono essere sospesi gli avvisi di accertamento nonostante il concesso rateizzo. Un provvedimento quello della sospensione che garantirebbe innanzitutto gli interessi dei cittadini, ma anche della maggioranza che da tale atto verrebbe a ricevere una sorta di autotutela rispetto alla serie di macroscopici errori ed evidenti inadempienze.
Né può essere invocato, a supporto della tesi errata di non potersi procedere all’assunzione della proposta di sospensione, il parere del responsabile del servizio che è solo una legittima parte del procedimento, ma che non impedisce al Consiglio comunale, nella sua piena autonomia, di deliberare sulla proposta, atteso anche che la sospensione degli accertamenti non altera l’equilibrio del bilancio perché è solo al termine del monitoraggio e delle verifiche da porsi in atto su tutte le procedure fin qui utilizzate che il responsabile del servizio può essere in grado di valutare l’impatto sul complesso del rapporto entrate/uscite, che paradossalmente potrebbe anche evidenziare eventualmente delle maggiori entrate.
La prova del nove di quanto sosteniamo è data dalle miriadi di annullamento di accertamenti già fatti dalla concessionaria e che di fatto realizzano, allo stato, un disequilibrio del bilancio!

Ciò detto, appare chiaro come la strada della sospensione degli avvisi di accertamento sia quella più logica e conveniente e che tuteli al massimo gli interessi dei cittadini e della stessa amministrazione.

Infatti, seppur apprezzabile nel merito, il concesso rateizzo risulta essere alquanto illogico ed immotivato nelle modalità, nonché illegittimo oltre che punitivo proprio per , quelle fasce deboli che si afferma voler agevolare.

Invero, proprio gli encomiabili e lodevoli propositi formulati dall’assessore al Bilancio nella seduta consiliare del 28/01/2013, unitamente a quanto pure evidenziato nella stessa sede sia ai fini Tarsu per gli accertati errori ed omissioni non addebitabili ai cittadini/elettori, sia ai fini ICI per la mancata notifica delle molte rendite catastali variate da parte dell’UTE- Agenzia del Territorio, avrebbero dovuto condurre gli autori del partorito rateizzo ad una sua concessione privo di sanzioni ed interessi e non già deliberare, a carico dei contribuenti, un tasso di interesse al 4%!
Se ciò non bastasse, Presidente, Sindaco e colleghi consiglieri, un rateizzo in contrasto con le stesse disposizioni racchiuse nel regolamento generale delle entrate comunali.

Si avete capito bene, in contrasto con le norme del nostro Regolamento sulle entrate. In particolare, si richiama l’attenzione sull’Art. 15 del citato Regolamento dove si legge: “II Comune, per favorire la definizione pacifica dei rapporti tributari, si avvale dell’istituto dell’accertamento con adesione, così come risulta disciplinato dal decreto legislativo n. 218/97 e successive modificazioni”. E, ancora, agli amministratori comunali sarebbe bastato far tesoro della concessa facoltà di cui al successivo art. 16 (Accertamento con adesione su iniziativa dell’ufficio) dove leggiamo: “II responsabile del tributo, prima della notifica dell’avviso di accertamento, può invitare il contribuente, anche a mezzo del servizio postale, a comparire per una eventuale definizione del rapporto tributario, mediante l’applicazione dell’istituto dell’accertamento con adesione”, PER FARE QUEL CHE DA OLTRE UN MESE L’ATTUALE MINORANZA CONSILIARE SI STA SFORZANDO DI SUGGERIRE ALLA MAGGIORANZA CONSILIARE, ossia quello del dialogo col cittadino, le cui istanze e le relative adesioni avrebbero sicuramente evitato proprio a quelle fasce deboli che si assume voler agevolare, sia lunghe file agli sportelli del concessionario, sia condurre le stesse a beneficiare di rateizzi di gran lunga meno punitivi di quelli oggi “anodinamente” deliberati dall’amministrazione, come previsti dall’art. 18 del citato Regolamento: “…Il contribuente che ha aderito all’accertamento può richiedere con apposita istanza o con lo stesso atto di accettazione, quando le somme dovute superano un milione di lire (attuali €. 516,00), un pagamento rateale con un massimo di quattro rate trimestrali di pari importo, elevabile a 8 rate, se le somme dovute superano i due milioni (attuali €. 1.032,91) od a 12 rate, se le somme dovute superano i (vecchi) cento milioni, con l’applicazione – UDITE UDITE – di interessi moratori ragguagliati al vigente tasso legale (fermo al 2,5%) per le rate successive alla prima”!

Il tutto, non senza considerare l’ulteriore seguente aspetto punitivo per i cittadini: a dire dell’amministrazione, al concesso rateizzo, si applicherà un tasso di interesse nella misura del 4%; la verità, signor Presidente, Sindaco, colleghi consiglieri, è che il tasso effettivo che graverà sui cittadini è di gran lunga superiore a quello deliberato in quanto inevitabilmente preceduto da quello moratorio sulle somme da riscuotere ragguagliato al tasso legale (2,5%).

In altri termini, le fasce più deboli che si assume voler tutelare, risulteranno ancor di più tartassate, con un tasso di interesse effettivo a proprio carico, nel corso del concesso rateizzo, oltre che anatocistico, di gran lunga superiore al 6%! E non senza dimenticare che l’amministrazione Di Santo e la sua maggioranza hanno operato una vera e propria discriminazione tra i cittadini ancorando il rateizzo al reddito e non, come nel caso di specie, al principio generalizzato della pari opportunità tra i cittadini in conseguenza dei macroscopici errori accertativi della Concessionaria!

Un dialogo, quello tra Comune e cittadini, che sin dai primi passi della condotta attività di accertamento da parte della IAP (maggio del 2012) abbisognava – questo sì – di un’azione energica e… solerte sia degli uffici comunali preposti, sia dello stesso concessionario alla riscossione, oltre che di un penetrante controllo politico-amministrativo; invece, con protervia e…fiato contabile sul collo, l’amministrazione ha ben pensato di utilizzare lo strumento degli avvisi, scientemente notificati solo nel mese di dicembre u.s., come “mannaia” sugli incolpevoli contribuenti al solo fine di dar seguito ad un “artifizio ragionieristico”, qual è stato il bilancio di assestamento approvato, come sempre, in violazione dell’art.193 del decreto legislativo 267/2000 espropriando il consiglio comunale di una propria irrinunciabile prerogativa.

A riprova di ciò, basti guardare le date di emissione degli avvisi emessi dal concessionario: avvisi TARSU emessi sin dal mese di maggio del 2012, mentre quelli ICI risultano emessi tutti nei primi giorni del mese di novembre del 2012, per comprendere il vero spirito che ha guidato l’animo dei suoi fautori: “La realizzazione di una macchina di riscossione messa a punto con l’unico fine di rimpinguare le casse comunali (presto e subito) in quanto scelleratamente rimaste vuote, e non già di combattere – una volta e per tutte – la VERA evasione che danneggia, senza demagogia, gli onesti contribuenti di Sant’Arpino. Quelle che noi abbiamo giustamente denunciato come l’operazione “MANI NELLE TASCHE DEI CITTADINI”!

Difatti, in tutto questo tempo, cosa si è fatto ?; che cosa si è atteso ?; perché non si è iniziato quel dialogo che più volte abbiamo richiesto e che solo oggi questa amministrazione si sforza di avere e ci auguriamo con una decisione che unanimemente veda approvare tale proposta deliberativa?

Comprendiamo che in una già proiettata campagna elettorale, ammettere i propri errori quando questi sono evidenziati dal “potenziale avversario” politico, possono apparire agli occhi dei più come segno di debolezza e non di virtù; ma è altrettanto comprensibile agli occhi dei tanti la necessità di iniziare a programmare il futuro fondandolo sulla trasparenza, competenza, professionalità e, soprattutto, sul dialogo col cittadino elettore, a prescindere dalla coloritura politica, e non già utilizzare quest’ultimo come perenne macchina elettorale attraendolo con anodine promesse…anche di possibili sgravi di avvisi, a discapito di chi ha sempre pagato.
Ebbene, quanto testé evidenziato, basterebbe da solo a giustificare l’ennesima richiesta di sospensione degli avvisi di accertamento notificati, che questa minoranza ha più volte formulato, che con fatuo edonismo, invece, l’attuale maggioranza cerca di evitare.

Per questo vi rivolgiamo un appello non strumentale ad unire i nostri sforzi nell’interesse dei nostri concittadini, mettendo da parte il contesto elettoralistico e guardando al bene comune e non a quello dei propri schieramenti.

Quella che vi stiamo offrendo è una mano tesa per cercare con un provvedimento bipartisan di rendere giusta, equa e certa la vera lotta all’evasione affinché pagando tutti e correttamente si paghi di meno!

Resta chiaro che se anche questo nostro ulteriore appello dovesse restare inascoltato, ci vedremmo costretti, nell’interesse superiore dei nostri concittadini, a percorre ogni altra via sostitutiva perché sia resa giustizia di un macroscopico sopruso”.
Il capogruppo del Pd, Elpidio Del Prete
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