“AversaDonna” ospita Marina Ripa di Meana

di Redazione

 AVERSA. Dopo Alba Parietti e Stefano Zecchi è la volta di Marina Ripa di Meana che sarà ospite di AversaDonna, l’attivo sodalizio aversano tutto al femminile, mercoledì 20 febbraio, alle ore 17, presso la Facoltà di Ingegneria messa a disposizione dal preside Michele Di Natale.

Per l’occasione la nota principessa vip, frequentatrice infaticabile dei più noti salotti tv, e negli ultimi anni anche dei reality show più in voga del pianeta televisivo del Bel Paese, presenterà il suo secondo libro edito da Mondadori “Invechierò ma con calma””.

Dunque a distanza dal suo primo romanzo, “I miei primi quarant’anni” che sicuramente suscitò nell’ormai lontano 1987, notevole scalpore, un nuovo libro, che sicuramente non mancherà di far parlar di sé, vista la notorietà dell’autrice, sicuramente una delle donne più ammirate e nello stesso più contestate dell’intero star system italiano.

“Marina Ripa di Meana è senza dubbio una donna – ci dice Nunzia Orabona, presidente di AversaDonna – che conosce bene il fatto suo. Un personaggio che fa sempre discutere ed è fuori dagli schemi. Credo che tutto le si possa dire tranne che sia una donna che non ha niente da dire. La si può amare o anche invidiare, perché è proprio nelle sue corde, nel suo modo di esser suscitare sensazioni contrastanti. Ma certo non è una donna che passa inosservata. Le sue battaglie a difesa dell’ambiente, della donna, dell’arte, hanno sempre avuto risvolti colorati, a volte molto forti, ma ciò è sempre servito alla causa. Lei è sempre stata provocatoria e non finirà mai di esserlo. Nel suo libro che presenteremo ad Aversa, lei si muove per Roma e i luoghi diventano ricordi. Così parla prima del suo distacco e poi del riavvicinamento alla figlia, la nota attrice Lucrezia Lante delle Rovere, ma anche di scontri avuti con alcuni cosiddetti bulletti televisivi come Fabrizio Corona, incontrato durante il reality la Fattoria. Ed ancora, ci racconta, in maniera molto intima la sua personale battaglia contro il cancro. Sinteticamente posso affermare che il libro è una sorta di inno alla vita, che è una e va vissuta pienamente e intensamente. L’ingresso ovviamente è libero e tutti possono partecipare”.

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