San Paolo: “Ma quale fungo? Il terreno ha bisogno di manutenzione”

di Emma Zampella

 NAPOLI. La partita di domenica sera è andata, ma le prossime potrebbero non avere lo stesso esito se la società del Napoli non provvederà a risistemare il campo di calcio dello stadio San Palo.

Martedì, 4 settembre, sul terreno completamente rovinato, è arrivato un team che ha cercato di spiegare le cause plausibili di quel disastro, per gli occhi e per le gambe del calciatori napoletani. Il summit di esperti dovrà pianificare una nuova strategia d’interventi per il manto erboso, apparso in pessime condizioni in occasione della partita di Serie A tra il Napoli e la Fiorentina. Alla riunione hanno partecipato Giovanni Castelli, l’agronomo della Lega calcio; Leandro Galardini, il consulente toscano assunto dal Napoli; Salvatore Marrone, l’agronomo del club azzurro.

Dentro lo stadio, gli operai hanno spazzolato e rastrellato il terreno di gioco, che, ad oggi, appare come un’immensa distesa di sabbia colorata.Hanno iniziato presto, verso le 7 del mattino. E così, tra ipotesi di vario tipo – dal caldo torrido dell’agosto napoletano alle troppe gare estive giocate al San Paolo, dai problemi del seme piantato al virus che ha infettato il miscuglio di graminacee – ecco spuntare la prima diagnosi semi-ufficiale. È quella dell’esperto chiamato dal Napoli, Leandro Galardini, l’agronomo che cura Coverciano: “È chiaramente una malattia fungina”, sentenzia lapidario. Dunque, sull’erba del San Paolo ci sarebbe un parassita che ha spopolato anche grazie alle alte temperature di questi ultimi mesi. È una corsa contro il tempo, perché tra due domeniche il Napoli gioca di nuovo in casa, contro il Parma e quattro giorni dopo contro l’Aik Stoccolma. Insomma un altro tour de force. Dunque, impossibile pianificare interventi drastici, impensabile una rizollatura di tutto il campo. Si interverrà dove si potrà, nei punti dove la situazione è più complessa. Di certo lo spettacolo di Napoli-Fiorentina non si ripeterà: il fondo del San Paolo è da serie C, non da sfide stellari come quelle di domenica sera tra Jovetic e Cavani, 100 milioni il valore dei due fuoriclasse.

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Ma c’è chi alza la voce, una voce fuori dal coro, che potrebbe spiegare la reale causa di quel disastro. C’è chi invece tira in ballo la scarsa manutenzione e tra questi vi èFranco Marrone, di mestiere cura i prati dei campi di calcio professionistico, tra cui anche quello del San Paolo, ma soltanto fino a gennaio. In un’intervista al quotidianoIl Mattino, Marrone ha lanciato forti accuse di scarso interesse riguardo la cura del manto:“Dal 18 gennaio non mi è stato rinnovato il contratto dal Napoli. Da allora non c’è stata più manutenzione e vedere quel campo domenica sera mi ha fatto davvero male. Il Napoli forse voleva pagare di meno, ma io non potevo abbassare ancora il prezzo. Un fungo? Macché, ci vuole semplicemente la manutenzione, bisogna stare li e curare. Dal 18 gennaio nessuno ha fatto più nulla. Mi avessero chiamato lo avrei fatto anche gratis. In tutta Italia e per tutte le categorie curo oltre 25 campi da gioco.Io al San Paolo per 12 anni ci ho lavorato notte e giorno con antiparassitari e amore. L’estate scorsa abbiamo innaffiato per due notti a mano il campo perché mancava l’acqua, lo abbiamo fatto con delle autobotti. Una pena quel campo domenica sera, una vergogna che si poteva evitare. Se potrà essere pronto tra un mese?Io non faccio il mago, ma un altro mestiere…”.

Nel frattempo, però, qualcosa si è mosso e al San Paolo è già stata effettuata la risemina dell’erba e, con le piogge abbondanti di questi giorni, le condizioni potrebbero già migliorare sensibilmente, anche se per risolvere definitivamente il problema ci vorrà ancora tempo. Mentre si ricercano le cause di quel terreno orribile al solo sguardo, figuriamoci a giocarci su, si comincia la conta delle responsabilità che, come un pallone passato tra un tocco di tacco di Hamsik e uno di Maggio, balzano da un soggetto all’altro.

A dichiararsi fuori dalle responsabilità, primo tra tutti è stato il sindaco Luigi De Magistris che in tweet ha chiarito il suo pensiero: “Grande Napoli, peccato per il manto erboso. Ma sono sicuro che il Napoli saprà intervenire quanto prima essendo loro competenza”. E replicare subito è il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis: “Lo sappiamo e stiamo intervenendo. Entro un mese il terreno del San Paolo sarà perfetto. Il problema del San Paolo – spiega ancora il patron – è di un virus entrato nel terreno: il manto è stato completamente rifatto e non accadeva da 25 anni, noi lo abbiamo dissodato, togliendo un metro e venti di materiale. Con la Fiorentina si è visto un campo di gioco rovinato, ma quell’effetto marrone era sabbia per far crescere i germogli, e tra un mese sarà perfetto. Purtroppo sono cose che capitano”.

E hanno cominciato già ad alzare la voce pure i prossimi avversari. “Spero proprio che non ci tocchi giocare su un prato in quelle condizioni”, ha messo le mani avanti il presidente Ghirardi, che sbarcherà con il suo Parma al San Paolo il 16 settembre. Non tutti i rivali saranno accomodanti come la Fiorentina e Montella, bravo a mettersi una mano sulla coscienza e a non lamentarsi, da buon napoletano. Del resto, pur sapendo di mettere il dito nella piaga su un disservizio della sua società, nemmeno Mazzarri ha evitato di infierire: “Il campo è qualcosa di davvero indecente, non si può giocare così: c’è il rischio che i giocatori si facciano male e bisogna correre subito ai ripari. Mi hanno assicurato che tra quindici giorni la situazione sarà migliore. Dopo la sosta, per ciò che mi dicono, il manto erboso dovrebbe essere quasi perfetto. Staremo a vedere. Altrimenti mi toccherà portare la mia squadra ad allenarsi in spiaggia a Castelvolturno”.

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