Ilva, l’allarme di Clini: “A rischio il sistema industriale”

di Mena Grimaldi

 ROMA. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini mette in guardia dal rischio che la vicenda Ilva, con le decisioni del Gip, creino un precedente che metta a repentaglio l’affidabilità dell’Italia agli occhi degli investitori stranieri.

Per questo motivo, in audizione alla Camera, spiega perchè sta cercando di evitare un “decreto d’urgenza”. “Il Gip dice che l’impianto è una sorgente di rischio e fa riferimento ai dati della perizia che ha trovato un aumento della mortalità per alcune malattie. La perizia però parla di malattie croniche e tumorali, per cui è impossibile fare una correlazione con i rischi attuali”.

Secondo il ministro, dunque, gli eccessi di mortalità evidenziati non sono riferiti agli impianti odierni ma degli anni passati. “Chiudere l’Ilva sulla base delle indicazioni della perizia – ha continuato Clini – sarebbe come chiudere adesso le strade al traffico diesel perchè si sa che 20 anni fa era un inquinante pericoloso per la salute. Ma nel frattempo ci sono stati cambiamenti”.

“Va detto con estrema chiarezza che in Italia come in tutta Europa le autorità competenti nel dare le autorizzazioni” alle attività produttive e “nel monitoraggio ambientale e sono identificate dalle leggi e dalle direttive europee e nessuna di queste, dico nessuna, attribuisce tale compito all’autorità giudiziaria, questo deve essere molto chiaro perchè sennò si rischia di creare l’incertezza sull’affidabilità dell’Italia nei confronti degli investimenti esteri”, ha detto il ministro dell’Ambiente.

“Dopo la decisione del Gip abbiamo avuto consultazioni con il presidente della Regione e il presidente di Ilva Ferrante, ieri Vendola ha incontrato Ferrante e la linea del governo è molto semplice: noi proseguiamo nella procedura per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale, che intendiamo concludere entro il 30 settembre, in tempi molto rapidi” ha concluso il ministro.

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