“Change the world is possible”: 28 studenti in visita all’Onu

di Emma Zampella

 AVELLINO. “Change the world is possible” è lo slogan dell’esperienza che ventotto alunni della Scuola Statale Secondaria di I grado “G. Parini” di Baiano e di Sperone, delle classi seconde e terze, hanno vissuto negli Stati Uniti d’America, a New York City, dal 19 al 26 marzo 2012.

Essi hanno partecipato al progetto Global Classrooms- International Middle School – Model UN Conference, che li ha visti coinvolti in simulazioni nelle varie Commissioni di lavoro all’ONU, secondo il protocollo e le procedure di questa grande organizzazione mondiale. Ma l’esperienza continua: i ragazzi partecipanti al progetto saranno infatti ospiti il 10 maggio negli studi della Rai a Saxa Rubra, a Roma, per raccontare a tutti la propria esperienza nella Grande Mela. Il progetto, di ampio respiro culturale e formativo che il Dirigente scolastico, la dott. ssa Angela Comparone, è stato accolto con grande entusiasmo dal collegio docenti e dalla referente, la prof. ssa Rosa Maria Carrabs, che è stata coadiuvata nel lungo tempo di preparazione dalla prof. ssa Anna Napolitano. Le ventotto famiglie hanno scelto di investire sulla speciale formazione dei loro figli ed hanno accettato questa sfida con coraggio e tenacia, sostenendo il lavoro del dirigente scolastico e delle docenti.

L’intera esperienza all’estero è stata organizzata grazie alla puntuale, fattiva e professionale guida dell’Associazione Diplomatici di Napoli, il cui presidente nazionale è il dott. Claudio Corbino, rappresentata dal dott. Luca Grasso, responsabile dell’attività didattica, che ha garantito, tramite personale altamente qualificato e specializzato, una preparazione di alto livello non solo relativamente al potenziamento della lingua inglese ma soprattutto alla conoscenza del percorso di simulazione delle sedute ONU che i piccoli delegati avrebbero dovuto affrontare a New York. Infatti gli alunni hanno rappresentato non il proprio Paese ma le assegnazioni inviate dall’ONU all’Italia che sono stati la Spagna, l’Egitto, il Sudan ed il Nicaragua e, rispettivamente a coppie, hanno studiato i diversi topics (argomenti) assegnati relativi ai temi trattati nell’ambito delle diverse commissioni, quali la prevenzione del terrorismo nucleare (IAEA), le malattie infettive (WHO), il rientro dei beni culturali nei paesi di origine (UNESCO), le risorse di acqua dolce (UNEP), le energie per lo sviluppo sostenibile (CSD), lo sport per la pace e lo sviluppo (GA), i diritti umani dei rifugiati (UNCHR)… I delegati si sono preparati in un percorso di sessanta ore pomeridiane, senza mai mollare il loro impegno scolastico ordinario.

Significative le parole tratte dalla lettera scritta in occasione della cerimonia di apertura dei lavori da Ban Ki- Moon, Segretario generale dell’ONU, il quale ha dichiarato ciò: “Voi avete un ruolo cruciale da giocare. I giovani del mondo sono più che il nostro futuro. Voi siete anche il nostro presente, sia come numero sia per come usate le tecnologie e la creatività per guidare i cambiamenti sociali e politici. (…) Questa è un’era di grandi incertezze, ma anche un’era di opportunità profonde per gli individui, per fare la differenza. Per favore, aiutateci a concretizzare il nostro futuro condiviso per il meglio ed aiutate le Nazioni Unite a deliberare ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento cruciale. (…) spero che l’esperienza vi ispirerà a supportare il nostro lavoro di pace, di giustizia, diritti umani e sviluppo sostenibile per gli anni a venire”. Facendo eco alle parole del Segretario Generale dell’Onu, gli alunni coinvolti in quest’esperienza hanno assunto come slogan chiave di tutto il loro percorso la frase “We work for success, we don’t work for failure”, spiegandola in questo modo: “ Noi lavoriamo per il successo, per vedere i nostri obiettivi realizzati e non per fallire, altrimenti la nostra vita non avrebbe senso. Senza sogni, non ci sarebbe motivo di continuare a vivere”. Ciò che ha maggiormente colpito i ragazzi è stato il confronto e il relazionarsi con le culture diverse, la conoscenza delle usanze dei popoli con cui sono entrati in contatto: “Abbiamo colto l’importanza di tanti valori, nel confronto con tanti ragazzi della nostra età. Quante emozioni, condivise con armonia nel nostro numeroso gruppo con unico scopo da raggiungere con tenacia ed unità: quello di lavorare con successo, grazie alla fiducia accordataci ampiamente dai nostri docenti e diplomatici”.

Non dimenticando però “l’altra faccia della moneta: un mondo pieno di problemi ai quali tutti dobbiamo contribuire per la loro soluzione, attraverso la formulazione di valori che ci serviranno sempre nella vita: collaborazione, condivisione, amicizia, ma soprattutto l’unità tra paesi così diversi per etnia e cultura”. Un’esperienza quella vissuta a New York che ha permesso di sviluppare le competenze della lingua. Anche il Dirigente scolastico con le docenti hanno vissuto con estrema emozione questi giorni, durante i quali hanno visto i loro allievi attivi e partecipi nell’esperienza della simulazione ONU.

Nel diario di bordo è così annotato: “Oggi 22 marzo 2012, alle ore 16,00 (orario americano), varchiamo la soglia del palazzo di vetro dell’ONU. I nostri alunni sono eleganti, sono in formal dress, belli, emozionati; hanno solo 12, 13, 14 anni, ma stanno vivendo un’esperienza che li supera. In quest’aula c’è un’armonia di voci, di sorrisi, di mani che si incrociano. Ci hanno detto che la lingua con la quale esprimersi deve essere l’inglese, ma pensiamo che loro utilizzino il solo linguaggio dell’amicizia e della semplicità, della voglia di conoscersi, quella che abbatte ogni frontiera e ogni barriera che gli adulti hanno costruito. Ci sono ragazzi di diverse culture, razze e religioni, si incrociano i loro sguardi, si stringono le loro mani per patti di alleanze: è veramente un altro mondo! Noi adulti guardiamo stupiti; gli stessi diplomatici dell’Associazione che credono alla forza di quest’esperienza, pensano che la stessa superi le loro aspettative; è una sfida scommettere su questa gioventù, è un investire risorse, idee, senza pensare ad un rendiconto immediato. Eppure così si scrive la storia, con le giovani forze, con le idee che seminano speranze, che danno colore al futuro, che propongono un arcobaleno di possibilità, perché il mondo è di chi più ama e crede alla forza della pace. “Change the world”, è un imperativo, non un infinito, è un impegno, non un lasciar correre”. L’esperienza di amicizia continua al rientro nelle proprie sedi (oltre la nostra scuola di Baiano, erano presenti, per l’Italia, alcune scuole di Roma, Catania, Agrigento, Messina e Palermo, per un totale di circa 90 alunni).

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