Ambito C3, Capasso fa “i conti” a Tozzi

di Antonio Arduino

Rosario Capasso AVERSA. “Il consigliere delegato Tozzi afferma di non voler polemizzare sulla questione della disfunzione dell’Ambito C3, fermo, per la mancata firma del piano di zona da parte di due dei nove comuni afferenti, …

… tra i quali non c’è Aversa, ma non avendo elementi concreti per ribattere le mie affermazioni, replica in modo polemico, attaccandosi a cavilli lessicali e dando risposte ad argomenti da me mai contestati”. Comincia così la controreplica di Rosario Capasso alle affermazioni del consigliere delegato all’Ambito C3 che ha sottolineato in una nota diffusa alla stampa, come il capogruppo degli indipendenti, abbia detto inesattezze parlando dei risultati ottenuti a seguito di un incontro tra sindaco, direttore sanitario dell’Asl, direttore del distretto di Aversa, dirigente municipale del settore e delegato comunale all’Ambito, appunto Tozzi, affermando di avere interpellato i rappresentanti dei pazienti presenti a quell’incontro. Un cavillo lessicale per l’avvocato Capasso perché, spiega il capogruppo degli indipendenti.

“Affermando che abbiamo verificato interpellando quei cittadini non ho mai detto di averlo fatto personalmente ma semplicemente che lo abbiamo fatto come gruppo interessato a chiarire la vicenda e di sicuro Tozzi sa o dovrebbe sapere, che un capogruppo riferisce le risultanze del lavoro di ciascun componente del gruppo. Così come un delegato riferisce, quanto realizzato dal suo ufficio”.

“Circa le affermazioni fatte da Tozzi che – continua Capasso – ricorda come l’Ente comunale non abbia “mai sospeso il trasporto per i diversamente abili” e “mai sospesa l’assistenza domiciliare agli anziani” va detto che nelle mie dichiarazioni, come è possibile verificare, non ho fatto cenno a questi temi ma solo alla mancanza di assistenza di tipo sociale dovuta sulla base dei Ptri ai diversamente abili”. “Questo –sottolinea- per rispondere anche alle dichiarazioni rilasciate, in video ad un network locale, dal primo cittadino che ha sostenuto che le necessità dei diversamente abili residenti ad Aversa sono essenzialmente di tipo sanitario, quindi di competenza dell’Asl”. “Al riguardo – continua Capasso – sono certo che il primo cittadino riesce ancora bene a rispondere con parole proprie. Capisco bene anche l’affetto che lega il consigliere delegato al sindaco, che lo induce a rispondere al suo posto. Magari se si fosse soffermato sui miei quesiti e non arzigogolando tesi riferite a siti di provenienza di calpestio dell’orlato lavico ( tesi da marciapiede), a sostegno delle sue affermazioni mi avrebbe confermato la stima che ho di lui”.

“Comunque, il mio obbiettivo – sottolinea il capogruppo degli indipendenti – è quello di garantire una assistenza adeguata a tutti coloro sono portatori di queste patologie e di assicurare alle rispettive famiglie una vita quanto più vicino a quella reale”. “Infine – aggiunge – circa il mantenimento dell’assistenza sociale è stato lo stesso sindaco Ciaramella, sempre nel corso dell’intervista video, a dichiarare che la stessa è si fornita ma in misura ridotta. Quindi l’assistenza nell’Ambito C3 non è stata ripristinata totalmente come diversamente dichiarato dal consigliere delegato in un precedente comunicato stampa”.

“Un dato confermato da Marisa Andreozzi presente all’incontro, insieme a Raffaele Sarracino, quale rappresentante dei diversamente abili. La quale riferisce (non a me personalmente), testè: “Ringraziando innanzituttoil sindaco e la funzionaria Accardo, che ci sono vicini in questa vicenda, per gli sforzi che stanno facendo per superare gli ostacoli che la burocrazia pone al diritto che hanno i nostri figli all’assistenza, devo confermare che ad oggi non abbiamo più il sostegno di tipo sociale di cui hanno principalmente necessitano i nostri ragazzi che viene fornito dai centri sociali a cui sono stati affidati con i Ptri”.“I budget di cura – continua – sono stati sospesi a fine dicembre per mancanza del piano di zona e, ad oggi, sono ancora sospesi. Di conseguenza stiamo pagando di tasca nostra cure che dovrebbero essere fornite in maniera gratuita secondo i Ptri. Certamente la nomina del commissario ad acta risolverà ogni problema ma bisogna aspettare che si insedi e si metta al lavoro”. “In questa ottica colgo l’occasione – aggiunge – per ricordare che le malattie da cui sono affetti i nostri familiari, purtroppo, non guariscono di conseguenza mi chiedo perché si aspetti la scadenza del Ptri prima di rinnovarlo lasciandoci senza sostegno per tutto il tempo necessario alla burocrazia per compiere un atto dovuto che, come sta accadendo, spesso tarda dei mesi”.“Questo modo di fare – conclude Andreozzi – ci costringe, purtroppo, ad elemosinare, quasi fosse una concessione, ciò che ci spetta di diritto”.

“In ultimo e non per questo meno importante voglio solo ricordare che i fatti sono una cosa e la propaganda un’altra”, conclude Capasso.

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