Cosentino, dalla Giunta via libera all’arresto: 11 sì e 10 no

di Redazione

Nicola CosentinoNAPOLI. La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha autorizzato l’arresto del deputato Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia, accusato di legami con il clan dei Casalesi.

Ora la parola definitiva spetta all’Aula della Camera, che si esprimerà giovedì prossimo, a mezzogiorno. Originario di Casal di Principe, coordinatore campano del Popolo della Libertà ed ex sottosegretario all’Economiadel governo Berlusconi, è accusato di riciclaggio, falso, corruzione, violazione di norme bancarie, aggravati dal favoreggiamento nei confronti della camorra.

Il voto, inizialmente previsto per le 14, era poi stato rinviato alle 16. Il Pdl aveva a lungo cercato di rinviare la conta, sperando in un ripensamento della Lega, che lunedì aveva annunciato di voler votare a favore dell’arresto. Ma il tentativo è fallito. Il radicale Maurizio Turco ha votato insieme al Pdl contro l’arresto e dunque a favore della relazione di Paniz. I due deputati leghisti Luca Paolini e Livio Follegot hanno invece detto “sì”.Andò diversamente 2 anni fa: la prima richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Napoli venne rigettata: ma allora il partito di Bossi era saldamente legato a Berlusconi. “Non c’è alcun intento persecutorio e la Lega non è più alleata con il Pdl. Rospi, quindi, non deve ingoiarne più”, ha spiegato l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni sul sì del Carroccio all’arresto.

Pierluigi Castagnetti, presidente della Giunta, è stato inamovibile. “Alle 16 si voterà senz’altro – aveva messo in chiaro il parlamentare del Pd – e ho già chiarito che saranno inammissibili altre richieste di rinvio sine die”. “Perché non ci siano equivoci né strumentalizzazioni della decisione di rinviare alle 16 – aveva sottolineato Castagnetti – ho ritenuto di accogliere la richiesta di un collega, per ragioni assolutamente oggettive, che non aveva preso ancora visioni della documentazione arrivata ieri, anche se è ultronea alla nostra decisione”.

“Se qualcuno chiederà un rinvio – era arrivato a dire Federico Palomba (Idv) – sono anche pronto a incatenarmi in giunta. Oggi si vota e basta. La giunta va presidiata perché è suo dovere prendere una decisione, lo dobbiamo ai cittadini”. E, infatti, a “impegnare” i componenti della giunta ci sarebbe stata anche l’esplicita previsione contenuta nel bollettino delle commissioni: “Secondo le intese raggiunte della seduta della Giunta del 21 dicembre 2011 sulla domanda concernente l’onorevole Cosentino – si legge in una nota a pie’ pagina del documento – si svolgerà soltanto la votazione”.

L’inchiesta riguarda vicende di presunte infiltrazioni del clan dei Casalesi. Cosentino è accusato in particolare di pressioni su funzionari di una banca perché concedessero un finanziamento a esponenti del clan per la realizzazione di un centro commerciale. Nell’ambito della stessa inchiesta risulta indagato (ma non per camorra) anche Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli, il quale avrebbe accompagnato Cosentino a Roma per sollecitare i vertici della banca.

La richiesta di arresto di Cosentino è arrivata nell’ambito di un’indagine in cui la Dda ha emesso oltre 70 provvedimenti restrittivi, di cui 60 in carcere, nei confronti di persone riconducibili alle fazioni Schiavone e Bidognetti del clan dei Casalesi. L’indagine verte sull’ala militare dei clan, ma nelle oltre millepagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Napoli i reati considerati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, al riciclaggio, alla corruzione al falso, tutti aggravati dall’articolo 7, l’aver agito cioè per favorire la criminalità organizzata. A Santa Maria Capua Vetere è già in corso un processo dove il parlamentare del Pdl è accusato di concorso esterno in associazione camorristica proprio per presunti rapporti con il clan dei Casalesi.

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