Pirati, sequestrata un’altra nave italiana nel mare Arabico

di Redazione

La petroliera 'Enrico Ievoli' NAPOLI.Un’altra nave italiana sequestrata dai pirati: si tratta di un mercantile che è stato catturato al largo delle coste dell’Oman (Emirati Arabi).

Si tratta della’Enrico Ievoli’ dell’armatore Marnavi di Napoli. A bordo 18 persone, sei delle quali italiane. Gli altri marinai sono cinque ucraini e sette indiani. Il tanker, lungo 138 metri, trasporta circa 15.750 tonnellate di soda caustica. Partita da Fujairah negli Emirati arabi, era diretta verso il Mediterraneo. La compagnia è stata avvertita dell’assalto alle 5 di martedì mattina.

La notizia del sequestro è stata data sul sito della compagnia con un avviso di emergenza in corso, che sottolinea come la ‘Enrico Ievoli’ sia stata oggetto di un atto di pirateria quando era al largo del golfo di Oman. ”In questo momento non siamo in grado di fornire dichiarazioni per carenza di altre informazioni”, si legge ancora. Marnavi è una compagnia di navigazione specializzata in trasporti chimici e alimentari con sede legale a Napoli e cinque navi nella flotta.

IL COMANDANTE: “STIAMO BENE”. “I pirati sono a bordo, ma noi stiamo tutti bene”, ha detto più tardi Agostino Musumeci, il comandante della petroliera. A riferire il contenuto della telefonata è stato l’armatore e amministratore delegato della Marnavi Spa, Domenico Ievoli, che ha confermato che a bordo c’è un equipaggio composto da 18 membri di cui sei italiani, compreso il comandante. Sono tutti siciliani. In tarda serata si è appreso che due sono Valentino Longo, 31 anni, e Letterio La Maestra, di 33, entrambi residenti nel villaggio di Torre Faro, alla periferia di Messina.”A quanto sappiamo, la ‘Ievoli’ è attualmente in navigazione verso una destinazione sconosciuta, presumiamo la Somalia”, ha aggiunto l’armatore. ”In una telefonata il comandante Musumeci, catanese e di grandissima esperienza, ha detto che al momento non ci sono problemi”, ha aggiunto.

LA RABBIA DEI FAMILIARI. Ore di tensione e di grande angoscia, quelle vissute dai familiari, come ha sottolineato uno dei figli di Musumeci, Federico: “Siamo tanto preoccupati. Mia madre non sta bene. L’ultima volta che abbiamo sentito papà è stato ieri. Mio padre fa questo lavoro da 19 anni. Qualche attacco lo aveva già subito, ma era riuscito a fuggire”.”È una vergogna. Nessuno di questo Stato ci ha chiamato o si è fatto sentire. Loro stanno al caldo, con le loro famiglie. Cosa gli interessa di noi?”, è stato il duro commento di Rita Musumeci, moglie del comandante della nave. “È assurdo che a darmi le notizie siano i giornalisti – ha aggiunto – Dalla Farnesina non ci informa nessuno. E i familiari degli altri componenti l’equipaggio sono esattamente nelle mie condizioni. In casi simili – dice – anche solo una parola di conforto è d’aiuto”. La Farnesina ha subito replicato: “La Farnesina, attraverso l’Unità di crisi, è ”in stretto contatto con i familiari” dei marinai ”su istruzione del ministro degli Esteri, Giulio Terzi”.

IL MINISTRO TERZI: “STRETTO RISERBO”. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha postato su Twitter: ”Seguo da vicino con l’Unità di crisi il sequestro della petroliera Ievoli” al largo dell’Oman. E aggiunge: “Stretto riserbo per favorire l’esito positivo” della vicenda.

I PRECEDENTI. Le ultime informazioni sulla posizione della petroliera risalgono a ieri sera e la davano nel porto di Sikka. La ‘Enrico Ievoli’ aveva già avuto a che fare con i pirati, nel marzo del 2006. Il cargo era in navigazione al largo delle coste yemenite quando si sono avvicinati alcuni barchini con presunti pirati a bordo. Il comandante della motonave aveva dato l’allarme ed era intervenuta in soccorso una unità della Marina militare italiana, la fregata Euro, che si trovava in zona. In quel caso bastò il sorvolo dell’elicottero militare a far allontanare i due motoscafi. Solo qualche giono fa era stata liberata la “Savina Caylyn”, sequestrata a febbraio, mentre alla fine di novembre era stata rilasciata la “Rosalia d’Amato”, dopo essere stata sette mesi nelle mani dei pirati.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico