Giorgio Bocca, l’ultimo saluto a Milano

di Redazione

Giorgio Bocca MILANO. Ultimo saluto a Giorgio Bocca a Milano. Il corteo funebre per il giornalista e scrittore morto il giorno di Natale a 91 anni è partito poco prima delle 11 dalla casa di via Grassi diretto alla basilica di San Vittore.

La bara del giornalista morto il giorno di Natale è stata adornata con un cuscino di fiori variopinti. Il carro è stato seguito dai familiari e da tanti colleghi. Tra gli altri, il direttore di Repubblica Ezio Mauro a braccetto con Natalia Aspesi, Gad Lerner, Umberto Eco e Gian Antonio Stella. Nel corteo è presente anche un partigiano che non ha combattuto con Bocca, bensì nell’Oltrepo Pavese, ma ha comunque voluto rendergli omaggio.

Applauso all’arrivo della bara. La moglie Silvia Giacomoni, accompagnata da altri parenti stretti ha anticipa la salma di un centinaio di metri. A attendere il feretro di Bocca davanti alla chiesa di San Vittore circa 200 persone tra cui Giuliano Anselmi, Massimo Fini, Mario Cervi, Stefano Boeri. All’arrivo della bara, un grande applauso ha rotto il silenzio della piazza in attesa. Poi, alla fine della cerimonia, tutti hanno applaudito e qualcuno ha intonato “Bella ciao” mentre il carro funebre si allontanava dalla basilica. La salma di Bocca sarà ora cremata e nei prossimi giorni le ceneri verranno tumulate in Val d’Aosta.

“Un partigiano della parola”: così don Roberto Vignolo ha definito Giorgio Bocca durante la celebrazione dei funerali in una chiesa gremita di amici, colleghi e ammiratori. Per il sacerdote, Bocca non è stato solo “qualcuno che ha lavorato con le parole, ma che ha onorato la dignità, la potenza, il valore della parola”.

La figlia di Bocca, Nicoletta, lo ha detto questa mattina prima di entrare nell’abitazione da cui è partito il corteo funebre. “Mi auguro – ha aggiunto – che qualcuno presto prenda il suo posto”, un invito perché si facciano avanti i ragazzi con “la misura, la lucidità e il cuore che lui aveva”. Da lui il figlio di Nicoletta, Pietro, ha “imparato – ha aggiunto – l’onestà”.

“E’ stato un grande montanaro che non la mandava a dire a nessuno”. E’ questo il breve ricordo di Bocca tracciato da Umberto Eco. “Uno dei più grandi di tutti, che ci ha fatto conoscere l’Italia nel dopoguerra”, lo ha definito Gian Antonio Stella. “Un uomo curioso – ha continuato – che ha scritto cose formidabili e che non ha mai avuto paura di prendere posizione anche a rischio di sbagliarsi”. Anche Natalia Aspesi lo ha definito un “esempio di giornalismo”. Secondo lei basterebbe un Giorgio Bocca in ogni sito internet “per dargli dignità e potenza”.

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