“Salviamo il Teatro Alambra”, raccolta firme di Civitas

di Redazione

Teatro Alambra MADDALONI. Il presidente dell’associazione “Civitas è”, Alessandro Cioffi, chiede a tutta la cittadinanza di sostenere la riapertura del Teatro Alambra con una raccolta firme che si terrà domenica 27 novembre, alle 11, in piazza della Vittoria.

Questo l’appello del sodalizio: Un Futuro rinnovato del Teatro Alambra rappresenterebbe un punto d’inizio importante per tutti, portando al centro del sistema sociale l’arte, il sapere e la creatività. Il Teatro Alambra nasce come contemporaneamente al cinema muto: può festeggiare con gloria, infatti, i suoi cento anni di vita (un’istituzione storica di Maddaloni), per cui i Barletta hanno ricevuto lo Schermo d’Oro per la longevità della gestione della famiglia Barletta. Nel 1905 il teatro (già anche cinema) si chiamava La Luce, diventato poi la Vita ed infine Alambra (nome di una pietra preziosa).

Durante il fascismo e la guerra, dovette però cambiare nome, accettando la denominazione di Teatro Impero. Potè tornare al suo attuale nome solo negli anni cinquanta, quando venne rimodernato, ampliando lo spazio dei posti a sedere, che passarono da 400 a circa 700. Furono cosi eliminati i palchi, furono apportate migliorie (come negli anni ’80) fino a rendere il cinema sempre più accogliente.

La gestione e la proprietà dell’Alambra sono passate dal nonno Clemente, al padre Vincenzo (fautore dell’ammodernamento e del successo vero del teatro), fino all’ultimo gestore Clemente Barletta; in questi ultimi anni hanno ricevuto la Medaglia d’Oro come impresario cinematografici per i 50 anni di attività: un grande onore anche per la città di Maddaloni. Il teatro ha visto passare i migliori artisti e le migliori compagnie teatrali: di prosa, di operetta, di sceneggiatura.

Su questo palco i maddalonesi hanno potuto ammirare Eduardo De Filippo, Angelo Musco, Rosina Anselama, Bonos e molti altri grandi artisti. Va ricordato anche un piccolo episodio di un nostro storico concittadino Giacinto de’ Sivo, che una sera schiaffeggiò il comandante del reggimento degli svizzeri, che erano entrati avvinazzati nel teatro di Maddaloni (oggi diventato cine-teatro Alambra). Il duello avvenne il giorno dopo ed ebbe le consuete condanne formali, ma tutti, compreso il re, manifestarono le loro simpatie per il giovane e coraggioso poeta.

E col gesto di coraggio del nostro concittadino de’ Sivo si chiede che l’amministrazione Cerreto si assuma la responsabilità di salvaguardare tale vocazione rispettando l’impegno di ‘tutela del patrimonio storico e artistico della Città’, così come stabilito dalla costituzione”.

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