Libia, l’Occidente apre il fuoco. Obama: “I libici vanno protetti&quot

di Redazione

 TRIPOLI. Ormai è guerra in Libia: la Francia, nel pomeriggio di sabato, ha dato il via a raid aerei sul territorio del paese nordafricano. Sono seguiti i missili, ben 110, lanciati dalle navi Usa e da sottomarini britannici.

E’ la risposta, da parte delleforzeoccidentali, alle minacce rivolte nei giorni scorsida Gheddafi.La decisione dell’intervento internazionale è giunta duranteil summit tenutosi sabato a Parigi e all’indomani della dubbia dichiarazione di “cessate il fuoco” del Colonnello. I caccia francesi hanno distrutto almeno quattro carri armati appartenenti alle truppe libiche fedeli al rais e, secondo Al-Jazeera, il raid è avvenuto a sud-ovest di Bengasi. La conferma è giuntadal ministero della Difesa francese. Oltre agli aerei, anche due fregate di difesa aerea francesi sono attualmente al largo della Libia: la fregata Jean Bart e la Forbin.

NAVI USA COLPISCONO CONTRAEREA A TRIPOLI.Unità della marina americana dispiegate nel Mediterraneo hanno lanciato missili Cruise contro obiettivi in Libia. Lo rendono noto fonti del Pentagono citate da Cnn, precisando che l’obiettivo di questi primi attacchi sono batteria della contraerea schierate nei dintorni di Tripoli. La marina Usa ha anche schierato tre sottomarini nel Mediterraneo per preparare attacchi contro la Libia. Lo ha detto un responsabile della Difesa Usa. Il responsabile, parlando in condizioni di anonimato ha detto che i tre sottomarini – tra i quali i mezzi di attacco Newport News e il Providence – sono stati affiancati da due navi della Marina. Sempre secondo la stessa fonte i sottomarini sono equipaggiati con missili Tomahawk.

LA TV LIBICA: “COLPITI CIVILI”.La televisione di Stato della Libia ha annunciato che gli attacchi aerei hanno colpito zone abitate da civili nella capitale Tripoli. La notizia non è stata confermata in maniera indipendente.

SARKOZY: “BASTA MASSACRI”. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha concesso al leader libico l’ultima possibilità di scongiurare una massiccia offensiva militare. “La porta della diplomazia si riaprirà quando la sua aggressione finirà, – ha spiegato il leader francese – la nostra determinazione è totale. Ognuno è messo davanti alle sue responsabilità. Il leader libico e “tutti coloro che sono ai suoi ordini – si legge nella dichiarazione finale del vertice di Parigi – devono immediatamente porre fine agli atti di violenza contro i civili, ritirarsi da tutte le aeree in cui sono entrati con la forza, rientrare nelle loro caserme, e consentire un pieno accesso umanitario”. “Non possiamo più assistere ai massacri in Libia restando con le braccia conserte” ha anche aggiunto il presidente della Ue, Herman Van Rompuy.

GHEDDAFI MINACCIA FRANCIA,GB E ONU.

Prima dei raid, in una lettera indirizzata a Sarkozy e a David Cameron, il Raìs aveva minacciato il presidente francese e il premier britannico, spiegando che le potenze occidentali non hanno diritto di intervenire in Libia e che “si pentiranno” della loro ingerenza. Secondo quanto detto dal portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, la lettera, oltre che ai leader francese e britannico, è indirizzata anche al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Nella missiva Gheddafi scrive che ogni azione militare contro la Libia sarebbe una “un’ingiustizia, una chiara aggressione. Ve ne pentirete se interverrete nei nostri affari interni”. “La Libia non è vostra… – prosegue la missiva, citata da Al Jazeera -. Voi non avete il diritto di intervenire nei nostri affari interni. Questo è il nostro paese, non è il vostro paese. Noi non potremmo sparare un solo proiettile contro il nostro popolo”. In un’altra lettera inviata a Barack Obama, il leader libico scrive: “Tutto il popolo libico è dalla mia parte, tutti sono pronti a morire per me, io qui sto combattendo contro Al Qaeda, cosa pensa di fare?”.

OBAMA: “I LIBICI DEVONO ESSERE PROTETTI”.

La nostra coalizione “è pronta ad agire” ha affermato il presidente americano Barack Obama aggiungendo che “i libici devono essere protetti”. Le osservazioni di Obama nel corso della conferenza stampa congiunta col presidente brasiliano Dilma Rousseff” Il popolo libico deve essere protetto e se non ci sarà una fine immediata della violenza contro i civili la nostra coalizione è pronta ad agire e a farlo con urgenza” ha detto Obama commentando l’esito del summit di Parigi che ha di fatto dato il via all’intervento militare.

NAVI USA NEL MEDITERRANEO. Unità navali americane dispiegate nel Mediterraneo, nel frattempo, si stanno preparando a bombardare la contraerea e le piste di atterraggio degli aeroporti e delle basi in Libia, nel quadro delle operazioni finalizzate alla creazione della “no fly zone” sui cieli del Paese, operazioni che verranno condotte da aerei di Paesi europei e arabe, spiegano fonti americane ed europee citate dal Washington Post. Aerei provenienti da Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Emirati arabi uniti stanno cominciando a convergere sulle basi in Italia e intorno all’Italia, si precisa. Il comando e il controllo dell’operazione sarà assunto dagli Stati Uniti dalla loro base di Napoli.

TORNADO ITALIANISCHIERATI A TRAPANI.A Trapani sono stati rischierati i caccia Tornado dell’Aeronautica militare che potrebbero essere impiegati sulla Libia: si tratta – secondo quanto appreso dall’Ansa – dei Tornado Ecr di Piacenza, specializzati nella distruzione delle difese missilistiche e radar, e dei Tornado Ids di Ghedi (Brescia), con capacità di attacco. Insieme ai Tornado, sono stati schierati nella stessa base anche i caccia Eurofighter di stanza a Grosseto. Nella base di Trapani sono già schierati dei caccia F-16, aerei radar Awacs della Nato e aerei per il rifornimento in volo. Intanto, sei F-16 danesi sono atterrati alla base aerea di Sigonella, in Sicilia. Anche questi velivoli sono pronti a partecipare a operazioni militari in Libia, già dalle prossime ore.

BERLUSCONI: “NESSUN PERICOLO PER ITALIA”.Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha partecipato al vertice all’Eliseo a Parigi. Nessun rappresentante dell’Unione africana, invece, era presente. L’Ua, hanno precisato le fonti dell’Eliseo, si riunisce a Noukachott, capitale della Mauritania, per affrontare gli aspetti diplomatici della crisi libica.L’Italia parteciperà all’intervento mettendo a disposizione sette delle proprie basi militari. Queste le indicazioni di Ignazio La Russa, confermate dopo il summit parigino dallo stesso premier. Per ora l’Italia metterà a disposizione solo delle basi, ha ribadito il premier, ma “noi siamo disponibili a fornire mezzi” ove richiesto per l’intervento in Libia. Intervento che non credo divenga necessario. I missili libici, ha aggiunto il presidente del Consiglio, non rappresentano un pericolo per il nostro Paese. “Voglio tranquillizzare gli italiani. – ha detto Berlusconi – Le forze armate ieri hanno fatto un esame approfondito e la loro conclusione è che non ci sono armi libiche in grado di raggiungere il territorio italiano”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato informato telefonicamente dal nostro premier dell’andamento e dell’esito della riunione di Parigi. Il capo dello Stato, ha spiegato una nota del Quirinale, si è compiaciuto dell’importante intesa raggiunta, per il contributo dato e per l’impegno assunto dall’Italia. Nel confermare che la partecipazione italiana all’intervento militare in Libia non si limiterà alla messa a disposizione delle basi, ma vedrà il Paese in prima linea nella “coalizione dei volonterosi”, La Russa aveva utilizzato in mattinata una espressione colorita, sottolineando che il governo di Roma non si limiterà a fare “l’affittacamere”. “Proprio perché siamo vicini alla Libia – aveva detto La Russa – il nostro ruolo non può essere quello degli affittacamere, di quello che offre le basi e dà le chiavi di casa: il nostro ruolo deve essere propositivo, moderato ma determinante”.

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