Gheddafi: “Il popolo mi ama, Obama disinformato”. Cremlino: “Cadavere politico”

di Redazione

Muammar GheddafiTRIPOLI. “La mia gente è pronta a morire per proteggermi”. E’ uno dei passaggi dell’intervista della Bbc e della Abc a Muammar Gheddafi, in cui il leader libico ha anche ha escluso di poter accettare l’offerta di un salvacondotto e l’esilio come via d’uscita alla crisi.

“Mi amano. Tutta la gente è con me”, ha detto il colonnello, che ha sorriso davanti all’ipotesi di lasciare il Paese e di rifugiarsi all’estero in risposta alle richieste dell’amministrazione americana. ”Forse gli Usa vogliono occuparci”, ha aggiunto, ritenendo cheil presidente americano Barack Obama “è una brava persona” ma è stato probabilmente “disinformato”, e sostenendo che “le dichiarazioni che gli sono state attribuite forse sono state fatte da qualcun altro… L’America non è la polizia internazionale del mondo”.Inoltre, ha affermato di ”non aver visto manifestazioni contro di lui per le strade di Tripoli”. Il Rais ha poi dichiarato di sentirsi tradito da alcuni paesi occidentali con i quali aveva costruito relazioni negli ultimi anni e li ha accusati di aver tentato di colonizzare la Libia.

BERLUSCONI: “CAUTELA SU ESILIO GHEDDAFI”. “In questo momento occorre molta cautela perché la situazione in Libia è in continua evoluzione”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Messaggero, a proposito dell’ipotesi dell’esilio di Gheddafi, aggiungendo che l’Italia sarà “perfettamente in linea con quanto deciderà la comunità internazionale”. Il premier confida la sua “forte preoccupazione” per la crisi libica e chiarisce di essere “in contatto con tutte le diplomazie europee, altro che isolati e non autorevoli. L’Italia in questa crisi sta facendo e farà la parte che le compete”. E proprio martedì 1 marzo, come annuncia lui stesso, ci sarà un colloquio con il cancelliere tedesco, Angela Merkel. I contatti sono stretti anche “con il presidente Obama e con il presidente del consiglio europeo Herman Van Rompuy” e l’Italia, ribadisce il premier, procederà “in stretto contatto con Bruxelles e Washington. Prima di decidere aspettiamo cosa accade a Tripoli”. Per l’Europa, comunque, “sarebbe stato impossibile intervenire prima”, anche perché “la situazione in Libia continua ad essere molto confusa”. “Ho parlato con Ban Ki-moon – aggiunge Berlusconi – e ho dato il pieno appoggio dell’Italia a qualunque iniziativa. Noi – spiega – abbiamo molti interessi nell’area” e “siamo amici del popolo libico”. Qualunque sarà il nuovo governo, assicura il Cavaliere, resterà “un rapporto stretto con l’Italia, con il suo popolo e le sue imprese”.

USA: “E’ SCOLLEGATO DALLA REALTA'”. L’ambasciatore Usa all’Onu, Susan Rice, ha detto che Gheddafi è “scollegato dalla realtà”, che sta “massacrando il suo popolo” e che non è adatto a governare. Rice ha aggiunto che Washington è in contatto con i propri alleati, tra cui quelli Nato, per valutare opzioni militari. Gli Usa inoltre hanno fatto sapere che beni per 30 miliardi di dollari sono stati bloccati negli Stati Uniti per impedirne l’accesso a Gheddafi e alla sua famiglia. Il premier britannico David Cameron ha detto che il governo lavorerà a una “no-fly” zone in Libia per proteggere la gente dagli attacchi delle forze fedeli a Gheddafi.

RUSSIA: “UN CADAVERE POLITICO”. Sul destino del leader libico sarebbe intervenuto anche il Cremlino. Secondo l’agenzia Interfax, infatti, una fonte del governo russo avrebbe definito Gheddafi “un cadavere politico vivente che non ha più posto nel mondo civilizzato”. La fonte ha anche chiarito le ragioni del ritardo di Mosca nel condannare le violenze in Libia. Il presidente Dmitry Medvedev “fin dall’inizio ha reagito negativamente alle recenti azioni delle autorità libiche” ma ha voluto parlare soltanto dopo che tutti i cittadini russi erano stati evacuati, ha spiegato. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, intanto, ha frenato sull’imposizione di una No-fly zone sul Paese nordafricano. “Se ne parla però qualunque misura deve passare dal Consiglio di sicurezza dell’Onu e finora questa proposta non è stata avanzata”, ha affermato da Ginevra.

SI AVVICINANO NAVI USA. Intanto, le forze fedeli al leader libico martedì primo marzo si sono concentrate nella zona occidentale del Paese, mentre gli Stati Uniti stanno facendo avvicinare alla Libia le proprie navi da guerra e forze aeree. Gli abitanti temono che le forze fedeli a Gheddafi stiano preparando un attacco per riconquistare il controllo di Nalut, circa 60 chilometri dal confine tunisino nella Libia occidentale, finita nelle mani dei manifestanti che chiedono la fine del governo del leader libico.

LA RUSSA: “IN ALLERTA PER ALTRE EVACUAZIONI”. ”Sono stati evacuati tutti quelli che ieri avevano chiesto di essere evacuati e abbiamo qualche nuova segnalazione e quindi restiamo in allerta. E’ arrivata anche la nave San Marco proprio perché avevamo mosso gli assetti a prescindere dall’utilizzo”. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa parlando con i giornalisti a Catania a bordo della nave San Giorgio. ”Non appena c’è stata l’avvisaglia della crisi insieme all’ammiraglio Branciforte, capo di Stato maggiore della Marina, ho deciso di far uscire le navi dai porti – ha aggiunto La Russa – perché trovarsi subito o per primi nel luogo doveè necessario operareè un grosso vantaggio non solo di sicurezza ma anche di efficienza”.

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