Movida violenta, gli esercenti invocano maggiore sicurezza

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Spintoni, poi di seguito pugni, schiaffi e calci. Un copione che si ripete in maniera ossessiva in queste ultime sere di fine settimana.

La vivace movida aversana sembra essere ritornata ad un paio di anni fa, quando ogni sera si era costretti a registrare l’incidente, la rissa, che spesso sfociava nel sangue, soprattutto quando qualcuno più focoso metteva mano al coltello. Via Diaz, via Corcione, via d’Acquisto, piazza Vittorio Emanuele, piazza Municipio, ossia le strade della movida, e anche quelle una volta più tranquille come via Garofalo si trasformano in altrettanti ring. Basta uno sguardo male interpretato seguito dalla classica domanda “Perché mi guardi? Fatti i fatti tuoi”. Seguono spintoni e maxi rissa con i ragazzi coinvolti, spesso di appena tredici, quattordici anni, che via cellulari avvertono anche altri amici facendo pervenire sul posto rinforzi che giungono con ciclomotori e micro car. Violenza per violenza, fine a se stessa, senza altri fini se non quello di sfogarsi facendo del male ai malcapitati di turno, spesso vittime inconsapevoli. Quasi l’attuazione di propositi precedenti, come se la rissa facesse parte del passatempo globale della serata e non ne fosse una degenerazione.

Nell’ultimo fine settimana almeno quattro le risse. Per alcune di esse è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per evitare che sfociassero in episodi più gravi. Il sabato e la domenica sera Aversa con i suoi locali di ritrovo diventa il polo di attrazione di giovani e giovanissimi provenienti non solo dagli altri diciotto centri dell’agro aversano, ma anche dai comuni dell’hinterland settentrionale partenopeo: Giugliano, Frattamaggiore e Frattaminore, Grumo Nevano, Caivano e così via.

Insomma, la movida, quella pacifica, potrebbe rappresentare anche una sorta di richiamo per i giovani a venire ad Aversa anche durante gli altri giorni della settimana, rivitalizzando quel settore commerciale attualmente in piena crisi di vendite. In questo senso un aiuto concreto potrebbe venire dai due centri commerciali naturali che dovrebbero partire in tempi brevi.

“Quello di riuscire ad attrarre giovani da tanti comuni – ha dichiarato Franco Candia, responsabile cittadino dell’Ascom – è un merito e una risorsa che non possiamo permetterci di sperperare. La movida, però, rischia di rovinare il lavoro svolto dai commercianti. Ipotizzo addirittura che ci possano essere squadre create apposta per discreditare questo o quel locale. La violenza scoppia ciclicamente. A noi società il compito di bloccarla, ma senza bloccare i locali, i ritrovi. La ricetta non può essere semplicemente quella di far chiudere prima bar, pub, pizzerie così via”. “Non si possono penalizzare tanti giovani sani – continua Candia – per colpa di una decina di facinorosi che scendono da casa già con l’intento di creare violenza. Dobbiamo fare in modo che le forze dell’ordine presenti sul territorio il sabato e la domenica sera siano presenti più in città che nelle periferie. Basterebbe questo per porre un freno al fenomeno. Ovviamente, noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Sulla stessa scia Maurizio Pollini, aversano, presidente provinciale della Confesercenti che ha dichiarato: “Sono stati fatti grandi passi in avanti da parte delle forze dell’ordine che assicurano una maggiore presenza. Auspico che si riesca a garantire, nei fine settimana, la presenza in strada della polizia municipale almeno fino a mezzanotte. Manca, comunque, qualche accorgimento che potrebbe venire da un tavolo di lavoro permanente con la regia della prefettura. Tavolo che dovrebbe organizzare attività comunicative, culturali e di sicurezza come le telecamere. Un segnale immediato potrebbe essere lo svolgimento di una seduta del comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico ad Aversa”. Un discorso a parte per Pollini deve essere fatto per il centro storico, dove dovrebbe essere collocato un distaccamento di vigili urbani o, se possibile, di polizia e carabinieri.

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