Bilancio, Rauso: “Si tira a campare”

di Redazione

 SANTA MARIA CV. Il consigliere Gaetano Rauso interviene sulla proposta di riequilibrio di bilancio.

Dopo tante traversie e dopo tante vicende che hanno portato a realizzarsi un ribaltone ingiustificabile caratterizzato da passaggi di casacca che hanno dato della città di Santa Maria Capua Vetere ed della sua amministrazione un’immagine squallida, siamo arrivati all’appuntamento con il riequilibrio del Bilancio 2010. Non ho voluto proporre emendamenti al documento contabile che questa Giunta sottopone all’esame del Civico Consesso, perché nella veste che ha assunto non la reputo abilitata e capace di proporre, dopo tante contraddizioni e dopo aver ripetutamente contravvenuto la volontà degli elettori, una programmazione seria e lungimirante per amministrare ancora la città.

Da un esame della proposta si può rilevare la completa assenza degli elementi essenziali che ne facciano uno strumento atto allo sviluppo della città, né vi si scorge una programmazione di interventi necessari per il suo rilancio. Tutto è stabilito e niente è programmato; questa amministrazione, come quelle che l’hanno preceduta, sta cercando di continuare a governare la città con approssimazione e con la logica del “tira a campare”, nella speranza che si concretizzino le condizioni per realizzare i soliti ed annunciati progetti che non collimano, assolutamente, con gli interessi della collettività.

E’ vergognoso che ci si limiti a snocciolare un elenco di entrate e di spese ed a proporre ratifiche di variazioni al Bilancio, già decise ampiamente dalla Giunta in deliberazioni che si chiede di ratificare. Una cosa è proporre una variazione urgente, come detta l’art.175 del Testo Unico, una cosa sono queste decisioni della Giunta, di cui oggi si chiede la ratifica, che configurano riequilibri di bilancio non consentiti dalla Legge.

Così, caro assessore Stellato, si priva il Consiglio Comunale del potere di programmare quale sarà la politica di interventi sul territorio e di dettare alla burocrazia le regole ed i principi per gestire il denaro che si andrà ad affidare ad essa. Quale controllo si potrà operare sui dirigenti se non quello clientelare che si estrinseca in un continuo condizionamento ed asservimento alle volontà ed alle esigenze che, man mano, si andranno estrinsecando, asservendo la loro azione gestionale con lo spauracchio della mancata riconferma? Ma questo è un argomento che forse Lei ignora!

Santa Maria è una delle città in cui vi è una maggiore pressione fiscale, a fronte di servizi inesistenti, di una viabilità disastrata e di un’edilizia scolastica che deve far vergognare gli amministratori che si definiscono tali. Gli alunni non possono fruire di edifici che, per anni sono stati il vanto della città, perché? Perché si è sconvolto il centro storico con interventi edilizi speculatori che hanno alterato l’equilibrio idrogeologico del sottosuolo, procurando danni irreversibili ad edifici che avevano caratteristiche costruttive che non potevano sopportare tale sconvolgimento. Perché non si utilizzano quei fondi derivanti dallo scempio ambientale voluto da Bassolino e subito dalle passate amministrazioni di sinistra, per abbassare la pressione fiscale,riparare le strade o rendere agibili le scuole? L’Amministrazione, in sede di approvazione del Bilancio di previsione del 2009 e di quello 2010, si impegnò a ridurre l’indebitamento. Quanto è stato fatto? Niente! Dove ci porterà questa politica del tira a campare? Alla catastrofe economica dell’Ente che oggi si maschera con l’affermazione del rispetto del patto di stabilità; ma non ci si rende conto che siamo di fronte ad un’anticipazione massima di tesoreria e che all’orizzonte si prospettano le richieste di pagamento di sentenze passate in giudicato e conclusesi sfavorevolmente per l’Ente per la mancanza di attenzione che si è posta nel seguire alcuni procedimenti? Fu proposto al Consiglio Comunale l’acquisto e la successiva vendita degli appartamenti di via Latina? Che fine hanno fatto le promesse di vendere gli appartamenti acquistati a caro prezzo e di realizzare guadagni da reinvestire in opere pubbliche o nella riduzione del debito? Quanto pagano e se pagano gli occupanti di quelle ed altre case di proprietà del comune, dei negozi, dei terreni,delle grandi strutture, del suolo pubblico, delle strutture sportive e di tutte le altre proprietà comunali?

Non si può prendere in giro il Consiglio con promesse di buona amministrazione, se poi tutto viene disatteso. Tutte le promesse di sistemare la questione di via Latina, così come quella degli altri alloggi parcheggio, sono e saranno solo tali, perché gli occupanti di quegli appartamenti che già sono costati tanto a questa città e che non vengono utilizzati per le finalità dettate dalla Legge, costituiscono solo una merce di scambio per ottenere voti in maniera clientelare. La Commissione Economia non funziona da tempo e non ha nemmeno esaminato questo documento contabile e, colpevolmente, non si è convocato un Consiglio che potesse reintegrala. Il Consiglio Comunale si è visto sottrarre le sue prerogative e la possibilità di esaminare un Bilancio che poteva far nascere molte perplessità per la sua mancata corrispondenza alla realtà ed alle regole. Mi dispiace dover criticare dei professionisti valenti, ma il Collegio dei Revisori non ha fatto altro che snocciolare una serie di cifre, senza entrare nel merito, badando solo alla verifica del rispetto del patto di stabilità (ma come lo si può rispettare quando non si ha la certezza dei debiti dell’Ente?). Lo sapete, cari amici, a quali responsabilità andate incontro?

In questo bilancio non si trova traccia della più volte segnalata, problematica dell’edilizia convenzionata, dei mancati introiti degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione. E’ stata accertata la mancata acquisizione al patrimonio di aree destinate a standards, sulle quali in molti casi sono stati realizzati manufatti privati senza che i terreni fossero monetizzati, neanche in parte, in maniera congrua dai beneficiari. Non è possibile che si trascuri questo importante argomento e non ci si ponga il problema di un’eventuale e congrua monetizzazione del danno subito dall’Ente in assenza di altre, auspicabili, misure di carattere repressivo che potrebbero prevedere l’acquisizione al patrimonio comunale di opere realizzate in difformità alla Legge. Si pensa di finanziare opere pubbliche con i proventi derivanti dal rilascio dei permessi a costruire. Ma chi costruirà più a Santa Maria se non i soliti affaristi e speculatori che poi non pagano mai? I Revisori dei Conti hanno più volte raccomandato di non spendere questi soldi, hanno controllato se viene ottemperato a questa direttiva? Dove sono finiti i soldi degli oneri dovuti dai beneficiari del permesso a costruire rilasciato, seppur illegittimamente nell’ex Tabacchificio? E quello dovuti dalla STU, sono stati versati? Sono state effettuate spese quasi 10 milioni di Euro per la sistemazione di piazza I ottobre e per la realizzazione del parco urbano, soldi spesi per un’ opera inutile che non è inserita in un contesto storico, architettonico e paesaggistico all’altezza delle aspettative che potevano essere giustificate dalle cifre sperperate e che potevano essere meglio utilizzate. Avete visto in che stato sono i luoghi che ho nominato? La piazza è in mano a giocatori di bocce e, da mesi, non funziona l’orrenda pubblica illuminazione; mentre il parco urbano è in un completo stato di abbandono. Tutti i soldi che sono stati spesi per la gestione e la manutenzione straordinaria del Garibaldi a cosa sono serviti? Quanti ce ne vorranno ancora se non si passerà ad una gestione corretta della struttura che sta andando in rovina? E’ forse meglio, assessore Di Vilio, ospitare le scuole di danza private e non programmare stagioni artistiche e teatrali all’altezza della struttura che la città ha l’onore di possedere, grazie ai nostri avi?

Per non parlare delle spese voluttuarie e dei contributi elargiti a piene mani per crearsi una clientela a parrocchie, sedicenti associazioni o comitati. Ma a cosa potrà servire questo clientelismo se la città ha capito tutto ed è stufa di questo modo di amministrare. La città aspetta da tutti voi, colleghi dell’opposizione e della maggioranza, uno scatto di orgoglio ed una presa di coscienza delle responsabilità a cui si va incontro se voterete favorevolmente questa proposta. Con che criterio si va a stilare una nuova dotazione organica e si sbandiera a quattro venti l’assunzione di nuovo personale, quando lo Stato ha bloccato le assunzioni; forse dovevano essere convinti alcuni personaggi ad appoggiare questa nuova Giunta con la chimera di mettere a posto qualche familiare! Lo conoscete il dettato dell’art.9 della legge 122/2010?

L’Amministrazione dovrebbe capire che non si può più operare in questo modo e pensare solo a favorire interessi personali o le speculazioni sul territorio senza pensare al futuro di questa città che, se non si cambia registro, andrà alla deriva ed i danni che ne deriveranno ricadranno sui nostri figli. Aver realizzato questo, ulteriore, sconfortante ribaltone, non ha alcuna giustificazione! Averlo, poi, realizzato sotto l’auspicio solo per affiancarsi a chi detiene posizioni di potere, auspicando facili guadagni è da condannare. Chi è eletto dal Popolo ha il dovere di portare avanti le istanze di chi ha bisogno di lavoro; di chi ha bisogno di programmare un futuro sereno per se ed i suoi figli; di chi ha bisogno di sicurezza e di tranquillità; di chi ha bisogno di poter dire: “sono orgoglioso della mia città”.

Più volte ho proposto di creare una Giunta aperta a tutte le componenti politiche, economiche ed intellettuali della città, al fine di poter portare avanti, in attesa di nuove elezioni, un programma condiviso, teso a sviluppare progetti finalizzati al rilancio della città. Si è voluto, invece, nuovamente ribaltare la volontà popolare e mettere la città di Santa Maria all’attenzione dell’Italia intera per l’incoerenza dell’amministrazione che la regge e per il mercimonio che è stato posto in essere per assicurarsi una maggioranza che non ha alcun programma e nessuna legittimazione popolare. Se si fosse fatto un discorso serio e costruttivo, finalizzato al rilancio dell’economia della città, sarei stato il primo ad appoggiare quel progetto. Ma quali presupposti vi sono di una buona amministrazione? Quale coerenza si è potuta constatare nel comportamento di un PdL che, fino a pochi mesi fa, voleva dare lo sfratto a questo sindaco e che poi, senza garanzie e senza la sottoscrizione di un programma valido, lo sostiene sotto la spinta di chi non ha assolutamente a cuore gli interessi della nostra città.

Colleghi consiglieri, mi dispiace aver dovuto intraprendere in questi anni una battaglia così aspra; una battaglia dettata da ragioni che poi, tanti di voi, avete dovuto giudicare giuste. Una battaglia che ha portato a crearmi tante inimicizie ed ad alienarmi possibilità di acquisire vantaggi personali che pur mi sono stati offerti. Una battaglia che non avrei voluto combattere perché speravo, dopo anni di disamministrazione, fosse cambiato il modo di governare o perché avevo fiducia che ci potesse essere, dopo il voto popolare del 2007, una nuova amministrazione capace di portare avanti le vere istanze di una popolazione allo stremo. Ho sbagliato a credere negli uomini che si sono proposti, che mi avevano illuso che Santa Maria potesse ritornare ad essere una città vivibile.

Non sono certamente un santo, ma sono una persona che ha a cuore il bene della città e, soprattutto quello dei nostri figli che, oggi, non hanno alcuna speranza di realizzarsi in questo contesto inquinato da delinquenza e dalla speculazione. In questo Consiglio vi erano e vi sono ottime professionalità che, se ben utilizzate, avrebbero potuto dare un contributo notevole al rilancio di santa Maria. Queste professionalità devono avere coscienza di quanto sta accadendo e ritrovare la dignità di dire basta!

Alle persone per bene che siedono in quest’aula, chiedo uno scatto di orgoglio e la presa di coscienza delle responsabilità che hanno verso l’opinione pubblica; ad esse chiedo di non dare il voto favorevole a questa insulsa proposta di riequilibrio del Bilancio e di dare al Popolo Sammaritano la possibilità di scegliersi, legittimamente, una nuova amministrazione.

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