Eccidio delle Cementare, convegno nella chiesa di San Michele

di Redazione

 MONDRAGONE. Uno speciale convegno tenutosi nella Chiesa di San Michele Arcangelo in Mondragone, alla presenza di autorità religiose, civili e militari per ricordare ol sacrificio di 17 giovani mondragonesi uccisi durante l’occupazione nazista del 43-45, alle Cementare, sulla antica via Appia.

Vi hanno partecipato gli studenti e i docenti delle scuole di Mondragone e a ricordare il tragico evento che segnò la storia di questa città sono stati vari studiosi e testimoni dei tragici fatti. Organizzata dall’Associazione Rione Sant’Angelo la manifestazione ha fatto registrare una buona partecipazione. Dopo l’introduzione di presidente dell’Associazione e il saluto del sindaco della città, dott. Achille Cennami, la relazione più consistente è stata quella della professoressa Filippa De Gennaro, docente di Fliosofia e Storiadel Liceo Scientifico “G.Galilei” di Mondragone, frutto di un lavoro di ricerca di studenti delle scuole d’obbligo e superiori della città. Contributi spontaneio frutto di uno studio dell’argomento sono venuti dai bambini delle scuole elementari e ragazzi delle scuole medie. Disegni, poesie, riflessioni personali o di gruppo sono stati presentati al pubblico presente, che ne ha apprezzato il significato ed il valore.Vi ha partecipato anche padre Antonio Rungi, teologo morale campano, docente di filosofia e pedagogia al Liceo di Mondragone con le studentesse della V A del Liceo socio-psico-pedagogico.
“Da tuttiun forte grido a “No alla guerra” o a qualsiasi violenza. Segno evidente – ha detto padre Rungi – che lo studio dei tragici eventi dell’ultima guerraha segnato la memoria dei giovani allievi delle scuole cittadine che, da questa triste esperienza a livello mondiale, appresa sui banchi di scuola, visto che sul territorio italiano da 65 anni non ci sono state guerre, quanto abbiano sofferto i loro padri e nonni durante l’ultimo conflitto mondiale, di cuil’eccidio delle Cementare in Mondragone è una goccia del grande mare dell’efferatezza del genere umano, quando perdeil senno della ragione, generando mostri come quelle di un conflitto senza senso e senza motivo, come tutte le guerre che l’umanità ha combattuto da sempre”.
 Il tragico fatto di sangue avvenne in località “Cementare” da qui ha preso il nome dell’eccidio mondragone, sullastrada che all’epoca conduceva a Falciano del Massico. Molti mondragonesi furono costretti a rifugiarsi a Falciano del Massico per scampare alle barbarie della guerra ed alle deportazioni, visto che Mondragone era teatro di azioni militari. Alcuni regolarmente tornavano in città, pur tra mille pericoli per rifornirsi di viveri per controllare le loro case abbandonate.
La mattina del 28 ottobre del 1943 i nazisti trovarono un loro commilitone ucciso presso la Starza. Subito scattò la rappresaglia: diciassette giovani, altri più fortunati avevano scelto un’altra strada, che cercavano di ritornare a Falciano ove erano sfollati i loro familiari furono fermati e condotti in una cava. Addossati ad una parete di tufo furono fucilati. La loro tomba fu la cava che, minata, crollò sui giovani corpi. Non furono solo questi 17 giovani, ma altri civili furono massacrati dai nazisti, per un totale di 54 persone. La memoria di queste vittime, martiri dell’orrore della seconda guerra mondiale, è stata rinnovata nella celebrazione eucaristica, che ha fatto seguito al convegno sull’eccidio delle Cementare e officiata dal parroco, don Roberto Guttiriello.
“Il 28 ottobre è diventato il giorno della memoria per la città di Mondragone – ha detto padre Rungi- di quanto male possa fare ogni guerra estinguendo nel cuore degli uomini la speranza del domani se a morire sono sono soprattutto i giovani e giovani del Sud come anche i recenti fatti dell’Afghanistan ci ricordano!”.
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