Il Giornale, ecco il dossier “rassegna stampa” su Marcegaglia

di Redazione

Emma Marcegaglia MILANO. Un dossier, o meglio una”rassegna stampa”di altri quotidiani, una decina di articoli sul Gruppo Marcegaglia pubblicati dal 2008 in poi da Corriere della Sera, Repubblica, Espresso, Stampa, Unità e Fatto Quotidiano.

È questo il “dossier” su Emma Marcegaglia pubblicato sabato dal Giornale, che vuole dimostrare come il presunto “strumento ricattatorio” non era altro che un “collage” di articoli già scritti da altre testate. Il direttore del quotidiano Alessandro Sallusti e il vicedirettore Nicola Porro sono indagati per violenza privata nei confronti della presidente di Confindustria contro cui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, si stava preparando una campagna di stampa simile a quella condotta dal Giornale sulla vicenda dell’appartamento di Montecarlo.

Il dossier, scrive il direttore editoriale del quotidiano Vittorio Feltri, darà modo di “constatare chi pesca nel torbido e chi, invece, si limita a registrare i fatti e soltanto quelli. Non noi eccelliamo nella specialità di sputtanare la gente, bensì alcuni colleghi convinti di essere vergini solo perché non lavorano per i media della famiglia Berlusconi”. “L’officina del dossier è molto efficiente e per ottimizzare gli impianti produce anche fango a gentile richiesta degli editori progressisti”, afferma Feltri nell’editoriale.

Sulla vicenda interviene anche Porro, che ribadisce: “Mentre pronunciavo questa presunta minaccia, che è alla base delle mia perquisizione, di quella di Sallusti e del Giornale, ridevo. I segugi – scrive in un articolo – sono minacciati sorridendo, e il resto sono giudizi privatissimi e personalissimi che molti milioni di italiani hanno ascoltato”.

MARCEGAGLIA: “NON CAMBIO GIUDIZIO SU GOVERNO”. “Nessun dossier, nessun gossip, nessuna indiscrezione o minaccia può provocare come effetto che io modifichi, attenui o aggravi il mio giudizio sulla congiuntura, sul governo, sull’opposizione. Se qualcuno facesse queste pressioni, o se io ne avessi anche solo l’impressione, il mio dovere sarebbe reagire con fermezza, per rispetto del patto d’onore che ho stretto con i miei associati”. Lo afferma, in un’intervista Emma Marcegaglia, che sottolinea come “nessun presidente di Confindustria sia mai stato chiamato a rispondere a un magistrato sull’ipotesi di aver ricevuto pressioni mediatiche”. “A dire ciò che si pensa si rischia di essere maltrattati. Ora si parla di scherzo, ma le parole hanno un peso”, sottolinea Marcegaglia, che spiega di non essersi rivolta alla magistratura “perché non mi sembrava una questione di tale gravità da avere rilievo penale”. La presidente di Confindustria dice di non voler “polemizzare” con il Giornale. “Mi limito a ricordare che viviamo un momento molto delicato. Ci sono state aggressioni, insulti, irruzioni. C’è un sindacato, la Cisl, nel mirino degli estremisti. Sarebbe bene moderare il linguaggio”. Berlusconi, sottolinea la Marcegaglia,”in questa vicenda non c’entra assolutamente nulla. Magari sbaglio, ma la sensazione è che la cosa riguardasse la direzione del Giornale”. La presidente esclude poi una sua entrata in politica e torna a smentire che la nomina di Gianni Riotta a direttore del Sole 24 Ore sia stata concordata con Berlusconi e Letta.

LEPORE:”TONO DELLETELEFONATE NON SEMBRAVA SCHERZOSO”. “A me il tono delle telefonate non è sembrato scherzoso. Deve aver pensato la stessa cosa la presidente Marcegaglia, se si è rivolta subito al dottor Confalonieri”. Lo afferma Giovandomenico Lepore, il procuratore capo di Napoli che ha vistato i decreti di perquisizione nella sede del Giornale e nelle abitazioni del direttore Sallusti e del vicedirettore Porro. “Siamo intervenuti in via d’urgenza perché negli elementi emersi dalle indagini abbiamo ipotizzato che fosse stato commesso un reato”, spiega Lepore. “Un giornalista può pubblicare dossier o essere fazioso, ma non ha il diritto di utilizzare le informazioni per fare pressioni sulle persone. Non è in discussione il diritto di cronaca – sottolinea – noi ci siamo mossi anche per tutelare chi esercita correttamente questa professione”. Lepore si dice “amareggiato per gli attacchi ai due sostituti”, Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitielli, che in questa vicenda “hanno fornito un’ulteriore prova di correttezza. Prima di iniziare ogni attività – racconta – avevano chiesto di astenersi dal procedimento perché entrambi avevano fatto causa ad altri giornalisti dello stesso quotidiano. Ho respinto la richiesta perché ho ritenuto che non vi fossero le condizioni per assegnare il fascicolo a un altro magistrato”.

CONFALONIERI: “ALCUNI PM VOGLIONO FARE RESISTENZA A BERLUSCONI”. “Molto rumore per nulla”. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, afferma di non credere a “questa storia del killeraggio contro Emma Marcegaglia”, parla di “un Paese ormai in preda alla follia” e punta il dito contro “una parte dei pm che si è messa in testa di dover fare la Resistenza contro Berlusconi”. Il magistrato Woodcock, dice Confalonieri, “ha guidato diverse inchieste, tutte clamorose, tutte piene di personaggi eccellenti, e che spesso si sono rivelate delle bufale. E se anche l’inchiesta sul Giornale si rivelasse fasulla? Come è possibile – si chiede – che un magistrato non risponda del proprio lavoro?”. Per Confalonieri esistono delle “toghe travestite da partigiani”.

La conversazione tra Nicola Porro e Rinaldo Arpisella

Rinaldo Arpisella chiama Mauro Crippa

Arpisella richiama Nicola Porro

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