Onu boccia il ddl intercettazioni: “Mina libertà di espressione”

di Redazione

Frank La RueROMA. Mentre si attende la presentazione dei sei emendamenti del Pdl sul provvedimento riguardante le intercettazioni, dall’Onu arriva una forte presa di posizione contro il governo.

Secondo il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, Frank La Rue (nella foto), l’esecutivo Berlusconi deve “abolire o modificare” il disegno di legge ritenendo che “se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia”.

La Rue si dice “consapevole” del fatto che il ddl intercettazioni vuole rispondere alle preoccupazioni relative “alle implicazioni della pubblicazione delle informazioni intercettate per il processo giuridico e il diritto alla privacy”. Ma precisa che, “nella sua forma attuale”, il provvedimento”non costituisce una risposta adeguata a tali preoccupazioni e pone minacce per il diritto alla libertà di espressione”.

Ricordando le manifestazioni contro il progetto di legge del 9 luglio scorso, quando c’è stato il silenzio di gran parte della stampa italiana, La Rueha raccomandato al governo di non adottare il ddlnella sua forma attuale, e di “impegnarsi in un dialogo significativo con tutte le parti interessate, in particolare giornalisti e organizzazioni della stampa, per garantire che le loro preoccupazioni siano prese in considerazione”. L’esperto Onu, inoltre,si è detto pronto “a fornire assistenza tecnica per garantire» che il ddl «rispetti gli standard internazionali dei diritti umani sul diritto alla libertà di espressione”.

Secondo il progetto di legge 1415 chi non è accreditato come giornalista professionista può essere condannato alla reclusione fino a quattro anni per la registrazione di qualsiasi comunicazione o conversazione senza il consenso della persona coinvolta e la diffusione di tali informazioni. “Una sanzione così severa – ha sottolineato La Rue – minerebbe seriamente il diritto di tutti gli individui a cercare e comunicare informazioni, in violazione della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, di cui l’Italia è parte”.

Il relatore delle Nazioni Unite ha inoltre espresso preoccupazione per la prevista introduzione di una sanzione per i giornalisti e gli editori che pubblicano materialeintercettato prima dell’inizio di un processo. “Una tale punizione, che include fino a 30 giorni di carcere e una sanzione fino a 10mila euro per i giornalisti e 450mila euro per gli editori, è sproporzionata rispetto al reato”, ha affermato. “Queste disposizioni – ha osservato La Rue – possono ostacolare il lavoro dei giornalisti di intraprendere giornalismo investigativo su questioni di interesse pubblico, quali la corruzione, data l’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari in Italia, sottolineata a più riprese dal Consiglio d’Europa”.

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