Inchiesta Trani, arrivano Santoro e gli ispettori di Alfano

di Angela Oliva

 TRANI. E’ stato ascoltato anche Michele Santoro, conduttore di “Annozero”, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte pressioni fatte dal premier Silvio Berlusconi per bloccare i talk show politici.

Santoro ha parlato per circa due ore con i magistrati della Procura di Trani e, a margine del colloquio, ha affermato: “Non posso fornire alcun elemento non si possono dare informazioni sul contenuto del colloquio avuto con i magistrati. Per quanto riguarda le pressioni che ci sono state su Annozero – ha proseguito Santoro – credo che siano pressioni di dominio pubblico. Pressioni pubbliche ci sono sempre state, editti bulgari sono stati pronunciati e mai rimossi e contemporaneamente si è andati anche a chiudere, con una decisione storica, negativa, tutti i programmi di approfondimento informativi in campagna elettorale, sottraendo un servizio pubblico importante all’opinione pubblica che ha diritto ad essere informata”.

Il conduttore di “Annozero” ha anche annunciato che sta valutando l’ipotesi di costituirsi parte civile. Intanto a Trani sono giunti anche gli ispettori inviati dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano che ha dichiarato: “Gli ispettori da oggi hanno cominciato a lavorare senza interferire nell’inchiesta per contribuire all’accertamento

di quanto accaduto principalmente in riferimento alla presenza di talpe, che ci auguriamo vengano immediatamente individuate e punite. Gli inviati ministeriali

– ha spiegato Alfano – devono contribuire all’accertamento di quanto avvenuto relativamente ad alcune patologie che sono sotto gli occhi di tutti, ma non interferiscono, non possono e non vogliono con le indagini. Tre in particolare i nodi che sono chiamati a verificare: eventuali irregolarità nell’utilizzo delle intercettazioni, la competenza territoriale della Procura di Trani e la fuga di notizie”.

Non è stato ancora reso noto l’elenco degli indagati ma sembra che tra di loro ci sia il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il reato di concussione e minacce, il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi per favoreggiamento e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini per violazione del segreto investigativo.

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