Obama firma la riforma sanitaria: la svolta epocale degli Usa

di Emma Zampella

 NEW YORK. Pone la sua firma in calce al documento di 209 pagine che sancisce la riforma sanitaria americana e lo fa con assoluta commozione, dedicandola a sua madre.

Il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, firma nell’East Room della casa Bianca, alla presenza di molte rappresentanze parlamentari del Congresso, che hanno approvato con solo tre voti di scarto la nuova legge che regola la sanità americana.

A presiedere l’evento c’era anche la speaker della camera, Nancy Pelosi, e il leader democratico del Senato, Harry Reid. Alla presenza di nessun democratico, sono stati invitati all’evento anche molti congiunti del senatore Ted Kennedy, morto nell’agosto scorso, dopo essersi a lungo battuto per la riforma sanitaria: la vedova Vicki, il figlio Patrick, la nipote Caroline Kennedy (figlia di John Kennedy).

Il suo intento era quello di dare un volto nuovo all’America e di arrivare dove mai nessuno politico era riuscito ad arrivare prima. Barak Obama può dirsi una volta per tutte il presidente della rivoluzione che ottiene la riforma sanitaria. Ha dedicato la sua vittoria a sua madre, che si è battuta fino alla fine dei suoi giorni, combattendo contemporaneamente con il cancro e con le assicurazione che non coprivano le sue cure. Firmo questa riforma nel nome di mia madre, che ha dovuto lottare con le compagnie assicurative persino mentre combatteva contro il cancro nei suoi ultimi giorni di vita”, ha detto il presidente Obama.

A presiedere alla cerimonia c’erano anche molti medici ed infermieri che si vedranno coinvolti i prima persona nel suo gioco di forze sanitarie: Obama ha detto che la riforma fa diventare realtà “una riforma per cui diverse generazioni di americani hanno combattuto”.

E il ringraziamento per questa riforma arriva anche dal vice presidente Joe Biden che rivolto a Obama ha detto: “Presidente, siete riuscito a fare quello che generazioni di politici, sia democratici che repubblicani, hanno tentato di fare”. Il presidente Usa ha anche ricordato le storie dei tanti americani, alcuni presenti alla cerimonia, che in questi mesi gli hanno raccontato nelle loro lettere storie di sofferenze e di morte per la mancanza di assicurazione sanitaria.

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