Legittimo impedimento: presentati quasi 300 emendamenti

di Redazione

Camera ROMA. 297 emendamenti gli emendamenti presentati al testo sul legittimo impedimento, di cui sei della commissione e due del deputato del Pdl, Manlio Contento. Gli altri sono tutti dell’opposizione, dei quali 11 dell’Udc.

Nell’Aula della Camera domani, però, non se ne voteranno più di un centinaio e questo perché ormai da anni è diventata prassi la disposizione contenuta nell’articolo 85-bis del Regolamento di Montecitorio.

La norma prevede che i gruppi possano ‘segnalare’ le proposte di modifica alle quali ‘tengono di piu”, quelle cioé che loro giudicano più importanti. E il numero degli emendamenti posti in votazione dipende dalla composizione numerica del gruppo. E’ garantita infatti la votazione di un numero di emendamenti “presentati dai deputati appartenenti a ciascuno dei gruppi che abbiano provveduto a segnalarli” prima dell’inizio dell’esame degli articoli, “non inferiore in media, per ciascuno articolo, ad un decimo del numero dei componenti del gruppo stesso”. E’ sempre prassi, comunque, che in presenza di un provvedimento particolarmente significativo, il presidente della Camera decida di raddoppiare il numero delle proposte di modifica così calcolato. Quindi, secondo un conto fatto dalle opposizioni, nel caso del legittimo impedimento, se ne dovrebbero votare circa 100-120.

Per quanto riguarda le proposte di modifica che portano la firma della Commissione giustizia, sono quelle messe a punto nei giorni scorsi dal relatore Enrico Costa (Pdl) nelle quali si prevede che la durata della legge non possa superare i 18 mesi; che il premier o i ministri possano vantare il legittimo impedimento solo se chiamati al processo in qualità di imputati e non più di parte offesa; che ci si possa rifare anche ai regolamenti per quanto riguarda le attività e le funzioni del presidente del Consiglio. Potranno costituire legittimo impedimento, inoltre, anche le attività “relative” agli impegni di governo.

In un altro emendamento della commissione si legge che il giudice, “su richiesta di parte”, rinvia il processo ad altra udienza se in presenza del legittimo impedimento. Ma la commissione propone anche che sia la presidenza del Consiglio dei ministri ad attestare che l’impedimento sia “continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni”. In questo caso il giudice rinvia il processo all’udienza successiva rispetto al periodo indicato dal testo della legge”.

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