Iran celebra Rivoluzione islamica: tornano gli oppositori dell’Onda Verde

di Redazione

 TEHERAN. Tornano gli scontri tra l’opposizione dell’Onda Verde e le forze di polizia in Iran, in occasione della ricorrenza del trentunesimo anniversario della Rivoluzione islamica.

Su alcuni blog e su Twitter circola la voce che una ragazza di 27 anni, Leila Zarei,sarebbe morta. Sarebbe la prima vittima dopo gli otto morti registrati lo scorso 27 dicembre, durante le proteste seguite alla rielezione di Ahmadinejad e culminate con l’impiccagione di due persone a fine gennaio. Ci sarebbe, poi, diverse decine di feriti. Le notizie, come ormai è frequente in Iran, vengono attinte solo dalle testimonianze su internet, dal momento che anche stavolta ai giornalisti stranieri non è consentite seguire i cortei. Stavolta, addirittura, il regime ha oscurato Gmail, il servizio di posta elettronica di Google. L’annuncio della “sospensione permanente” del servizio, di cui hanno dato notizia il Wall Street Journal e la Fox, è arrivato in contemporanea a quello del lancio di un servizio di e-mail nazionale. Dalla sua sede di Mountain View, Google ha confermato di avere avuto notizia di “difficoltà di accesso” da parte di internauti iraniani, ma non per problemi tecnici. Ma la risposta è giuntada alcuni hacker che sono riusciti a oscurare i tre principali siti filo governativi: Fars News, Irna e Press Tv.

Tra le testimonianze c’èuna riguardante l’aggressione delle forze di sicurezza al leader riformista Mehdi Karrubi e all’ex presidente Mohammad Khatami, che a bordo delle rispettive auto si apprestavano a prendere parte alle celebrazioni. Karrubi è rimasto ferito alla testa, è in buone condizioni, ma è stato costrettolasciare la manifestazione, insieme ai figli e alla moglie, così come Khatami.

Per quanto riguarda le celebrazioni ufficiali, il presidente Mahmud Ahmadinejad ha tenuto un discorso in piazza Azadi, con i sostenitori del regime che gridavano slogan a fare della Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, e contro l’Occidente: “Morte a Israele”, “Morte all’America”. Nel suo intervento, Ahmadinejad ha detto che le potenze occidentali usano le questioni del nucleare e dei diritti umani come pretesti perché “vogliono eliminare la libertà e l’indipendenza dell’Iran”. E ha aggiunto che è stato completato nel sito di Natanz l’arricchimento al 20% del primo pacchetto di uranio. L’Iran può arricchire l’uranio fino all’80%, spiega il presidente, ma non lo farà. Però intende triplicare presto la produzione di uranio arricchito al 3,5%.

Poiun attacco a Obama: “Il presidente americano sta perdendo l’occasione di agire in modo corretto. Vorremmo che Obama avesse successo nelle sue riforme, nel fare il bene del popolo americano e nel rimediare alle politiche disumane di Bush, non vogliamo che soccomba alla pressione di un banda di sionisti, ma sta perdendo l’occasione”.

Parlando di Israele, il presidente ha detto che “il regime sionista si avvicina alla sua distruzione”. Anche mercoledì sera, in un colloquio telefonico con il presidente siriano Bashar al-Assad, Ahmadinejad era tornato ad attaccare Israele, spiegando che l’Iran resisterà a un’eventuale attacco militare nella regione mediorientale e che sarà l’occasione per eliminare il Paese. “Distruggeremo Israele una volta per tutte se verremo attaccati dai sionisti. Abbiamo informazioni attendibili che il regime sionista sta cercando un modo per compensare le sue ridicole sconfitte a Gaza e in Libano. – ha detto il presidente iraniano – Se il regime sionista dovesse ripetere i propri errori e avviare una operazione militare, questa dovrà essere respinta con tutta la forza per porre fine una volta per tutte a tale regime”. Ahmadinejad, che ha spesso minacciato di voler cancellare “il regime sionista dalle mappe geografiche”, ha aggiunto che l’Iran rimarrà al fianco di Siria, Libano e Palestina.

Parole proferite sullo sfondo delle crescenti pressioni della comunità internazionale, che minaccia di inasprire le sanzioni. L’Unione Europea ha condannato con forza le manifestazioni ostili davanti alle ambasciate italiana e di altri Paesi europei. In segno di protesta l’ambasciatore italiano Alberto Bradanini e altri diplomatici della Ue non partecipano al ricevimento organizzato per l’anniversario odierno.

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