Cei a Berlusconi: “Gli italiani delinquono come gli stranieri”

di Angela Oliva

Monsignor Mariano CrociataROMA. Le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi in merito alle vicende di Rosarno e al rapporto tra criminalità e immigrazione, hanno provocato non poche polemiche sia in campo politico che religioso.

Proprio questa mattina, nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio episcopale permanente, riunitosi a Roma, il segretario dei vescovi italiani monsignor Mariano Crociata ha replicato alle parole del premier: “Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche. La considerazione di fondo sugli immigrati – ha detto Crociata – resta la dignità di ogni persona umana che non può essere oggetto di pregiudizio e discriminazione, come ha ricordato il Pontefice.

Il segretario della Cei ha parlato anche del rapporto tra il mondo della religione e il problema della mafia: “Il nostro atteggiamento è l’invito al ravvedimento e alla conversione. Ribadisco la condanna senza riserve nei confronti delle organizzazioni criminali e di chi ne fa parte e ricordando che c’è una contraddizione insanabile tra l’appartenenza a queste organizzazioni e la comunione con la Chiesa”.

Crociata ha poi sottolineato che i vescovi italiani non daranno alcun indicazione al popolo dei cattolici in merito alle prossime elezioni regionali: “Il compito dei cittadini è eleggere le persone che meglio perseguono l’obiettivo del bene comune i cui valori e criteri sono la difesa della vita umana comunque si presenti, la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la promozione della solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli e il lavoro. Noi vescovi diciamo – ha chiarito Crociata – che si tratta di un momento di espressione alta della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e rivolgiamo in questo senso un appello alla responsabilità dei cittadini. Nel far questo – ha aggiunto – evidentemente l’indicazione che viene da parte nostra è quella di guardare alle esigenze generali più importanti e seguire quindi i criteri che permettono di realizzare il bene comune”.

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