Bertolaso: “Basta morire a causa di escursionisti sprovveduti”

di Redazione

Guido Bertolaso ROMA. Il capo protezione civile Guido Bertolaso lancia dure accuse contro gli escursionisti sprovveduti che mettono in pericolo la vita dei soccorritori, provocandone anche la morte.

Come è successoin Trentino, quando quattro tecnici del Soccorso Alpino sono deceduti mentre cercavano due dispersi. “Sono stufo che i nostri soccorritori perdano la vita perché le persone vanno a fare escursioni in modo sprovveduto e senza tenere conto degli allarmi”, sbotta Bertolaso,per il quale, “oltre alle emergenze legate alle alluvionic’è anche il dolore per i nostri ragazzi morti in Trentino per cercare di salvare la vita ad altri”.

“Basta morire per gli errori di altri”, commenta il sottosegretario dinanzi ai sei morti degli ultimi giorni. Alla valanga caduta sabato nell’Alta Valle di Fassa, in Val Lasties vicino al gruppo del Sella, si aggiunge anche il piccolo tedesco di 12 anni travolto in Alto Adige, vicino Solda. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio di cordoglio al governatore Trentino Lorenzo Dellai.

ALLARME VALANGHE RESTA ALTO. All’indomani della disgrazia in Trentino Alto Adige il pericolo valanghe è definito ancora forte, di grado 4 su una scala di 5. Come avvertono i tecnici dell’Ufficio idrografico di Bolzano, i distacchi di neve bagnata interessano tutto il manto e possono assumere grandi dimensioni. Sopra i 2300 metri di quota i nuovi grossi accumuli eolici poggiano su strati freddi di cristalli angolari e si possono distaccare spontaneamente o con un debole sovraccarico.

LE VITTIME. In Trentino quattro delle vittime erano uomini esperti del Soccorso alpino. Tra i soccorritori ci sono anche due feriti. Erano giunti a quota 2mila metriper recuperare due turisti friulani che si erano avventurati con le racchette da neve ai piedi e che erano stati travolti da un’altra slavina. I friulani sono stati trovati morti domenica mattina. La squadra del Soccorso alpino di Trento, composta da sette persone tra guide e istruttori, era partita per la bonifica dell’area. Era giunta al rifugio Forcella, da dove era scesa, facendosi luce con le lampade frontali, verso la zona dove risultavano dispersi i due. Erano le 18 e proprio in quel punto era scesa la valanga. Ma un nuovo grande costone di neve li ha travolti. Uno solo di loro è riuscito a liberarsi e a dare l’allarme. Il più esperto tra i quattro soccorritori morti era Ervin Riz, 32 anni. Tecnico di elisoccorso, istruttore della scuola provinciale trentina del Soccorso alpino, era anche guida alpina e istruttore nazionale delle guide alpine. Era trentino, come le altre tre vittime, tutte della Val di Fassa. Anche Diego Peratoner, 42 anni, figlio dell’ex presidente Super Ski Dolomiti, era un alpinista esperto, operatore tecnico del Soccorso alpino, così come Luca Prinot, 43 anni e Alessandro Dantone, 39 anni.

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