Caso Mussolini, il video scandalo fu offerto al Governo

di Emma Zampella

Alessandra MussoliniROMA. Si è gridato allo scandalo solo poche settimane fa quando Il Giornale titolava: Sesso e filmati, ricatto alla Mussolini”.

Ma il presunto video di cui sarebbero protagonisti il parlamentare europeo Roberto Fiore e la deputata Alessandra Mussolini, in scene di sesso, consumatesi nella sede romana di Forza Nuova, sembra che fosse già noto dal settembre scorso alla Presidenza del Consiglio. Sarebbe stata fatta recapitare agli organi di governo una lettera in cui c’erano descrizioni molto dettagliate ed esplicite delle scene in questione, accompagnate da una richiesta di riscatto pari a circa 1 milione di euro. Secondo la procura di Roma, il fenomeno, assieme a quello di Marrazzo, non è isolato e si tratterebbe ancora una volta di ricatto politico e non economico.

A questo proposito sono state avviate delle ricerche dagli inquirenti per bloccare fenomeni dello stesso tipo che avrebbero preso di mira altri esponenti politici. Il procuratore romano, Pietro Saviotti, ha infatti richiesto alla Digos di rintracciare il presunto autore della missiva, A.C., che interrogato dagli inquirenti avrebbe ammesso di aver spedito la lettera “perché non c’ho un soldo e speravo che Silvio Berlusconi fosse interessa­to e mi pagasse. Quel video non ce l’ho, non sono stato io a girarlo. Ho soltanto fatto da intermediario”. Una difesa ritenuta non credibile che non fa aggingere all’indagato nomi sui “mandanti dell’operazione”. Le ricerche della Polizia Scientifica continuano ad indagare anche sulla vita privata del giovane, sul suo computer e sulla possibilità che possano esserci ancora immagini in circolo di tale video.

Secondo indiscrezioni che provengono da Indymedia, sito area no global, il video sarebbe arrivato anche al direttore de Il Giornale, Vittorio Feltri, che avrebbe così replicato: “Siamo costretti a parlarne per­ché nella nota si dice che ‘il filmato sarebbe ancora in circolazione e in vendita e la proposta è arrivata an­che alla redazione de Il Giornale che lo ha potuto visionare’. Possiamo garantire che non risponde al vero perché tale video ci è stato offerto te­lefonicamente, ma abbiamo rispo­sto di no, che non ci interessava ne­anche vederlo”. Ma la Mussolini non sarebbe nuova ad episodi del genere: nel 2005, durante la campagna elettorale per la Presidenza della Regione Lazio, fu avviata un’operazione di spionaggio illecito nei confronti dei due diretti concorrenti,la stessaMussolini e Piero Marrazzo. La Procura indaga per verificare se ci siano dei collegamenti tra idue episodi.

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