Moscati, rischio chiusura anche per Pneumologia

di Antonio Arduino

 AVERSA. Ancora una riduzione nelle possibilità di assistenza in arrivo per l’utenza del San Giuseppe Moscati.

A chiudere i battenti sarebbe l’unità operativa di pneumologia diretta da Paolo Gnasso nel rispetto dell’attuazione del piano provinciale della rete ospedaliera dell’Asl Caserta, presentato il 6 ottobre scorso dal commissario straordinario Gambacorta, che prevederebbe, tra l’altro, la soppressione dell’ematologia dell’ospedale di San Felice a Cancello e della divisione di medicina del nosocomio di Teano.

Attiva da aprile 2002 pur non disponendo di posti letto e malgrado un organico limitato a soli due specialisti nei sette ani di vita l’unità operativa ha effettuato ogni anno, mediamente, tra i 140 e i 150 interventi in day hospital per altrettanti pazienti affetti da malattie che interessavano l’apparato respiratorio come neoplasie, versamenti pleuro-polmonari, emottisi, insufficienza respiratoria da malattie croniche quali fibrosi, apnea notturna, broncopatia da fumo e da inquinamento atmosferico.

Circa 120-130 esami di diagnostica strumentale quali sono la broncoscopia e la pneumoscopia, assicurate sia ai degenti del nosocomio sia, in consulenza, ai pazienti dei diversi ospedali dell’ex Asl Ce2 ai quali, con l’accorpamento delle due aziende sanitarie casertane, si sono aggiunti quelli degli ospedali di Maddaloni e Marcianise.

Se a questi dati si aggiungono le circa 900 visite effettuate ogni anno nei due giorni in cui l’ambulatorio è aperto al pubblico esterno e l’attività di fisiopatologia eseguita come unica struttura dell’azienda sanitaria locale nella quale è possibile effettuare lo studio delle interstiziopatie attraverso test di stimolazione bronchiale e di diffusione idrosalina, e centinaia di consulenze tisiologiche a supporto delle unità operative di prevenzione collettiva dell’azienda appare evidente che la chiusura della pneumologia non si possa considerare una scelta che va nell’ottica di garantire i livelli di assistenza dovuti all’utenza.

Che, con la soppressione dell’unità operativa diretta da Gnasso, per ottenere quanto garantito oggi al Moscati sarà obbligata a fare riferimento agli ospedali Monaldi e Cardarelli di Napoli o in alternativa a quello di Salerno. Senza considerare che se la decisione di chiudere la pneumologia fosse dettata da considerazioni economiche, imposte dalla legge regionale 16 sul rientro dal disavanzo della sanità, chiudere non sarebbe la scelta giusta che ne imporrebbe, invece, il potenziamento. A meno che non si intenda affossare l’ospedale Moscati. Se fosse così, ditecelo.

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