“Sentinelle di Pace”, Bersaglieri al Garibaldi

di Redazione

Fabbrica WojtylaSANTA MARIA C.V. “Sentinelle di Pace”, la nuova produzione del laboratorio artistico “Fabbrica Wojtyla” che verrà portata in scena venerdì 24 aprile presso il teatro “Garibaldi” della città di Santa Maria Capua Vetere.

Sul palcoscenico con i ragazzi del laboratorio, guidato dal regista Patrizio Ranieri Ciu, direttore artistico del teatro Garibaldi, anche i militari della Brigata Garibaldi di Caserta, insieme a tutti i vertici di rappresentanza e alla fanfara in uno spettacolo che prenderà il via alle ore 20.Un appuntamento annuale con i bersaglieri della Brigata, dopo il primo e fortunato incontro che i musicisti della Brigata hanno avuto l’anno scorso proprio con il gruppo della Fabbrica Wojtyla per un messaggio di pace che arriva il giorno prima della grande festa del 25 aprile, per ribadire l’importante ruolo che hanno proprio i nostri militari, con le loro missioni all’estero, in quei luoghi dove c’è ancora chi muore per la libertà.
Ci sarà durante lo spettacolo un momento di alta commozione con il ricordo delle vittime di Nassyiria e di tutti gli altri nostri eroi caduti in guerra in un periodo di pace.
Un legame forte con il teatro da parte della Fanfara della Brigata che nasce proprio dall’incontro avuto con i giovanissimi della Fabbrica Wojtyla, produzione interna al teatro Garibaldi, per realizzare un’idea che il regista Ciu aveva avuto dopo un significativo incontro con papa Wojtyla al quale è dedicato il laboratorio. Da un’espressione di Giovanni Paolo XXIII, Patrizio Ciu ha “rubato” il titolo per il lavoro teatrale che andrà in scena venerdì: “Sentinelle di Pace”.
Dopo Sentinelle di Pace, i ragazzi del laboratorio artistico del Garibaldi, andranno in scena il prossimo 29 aprile al Comunale di Caserta, invitati dalla locale amministrazione dopo l’attenzione a livello nazionale che ha ottenuto la produzione interna al teatro sammaritano. Poi c’è il grande appuntamento del 7 maggio al teatro Mediterraneo di Napoli.
Il laboratorio Fabbrica Wojtyla è stato scelto per un importante spettacolo di beneficenza: “Live to Love” con medici del Cardarelli che vanno in Tanzania con un ospedale viaggiante. Un grande onore e merito per il laboratorio artistico ma anche per città di Santa Maria Capua Vetere.
Per l’opera invece “Sentinelle di Pace” è lo stesso regista, autore anche dei testi e della musica, a darci dei chiarimenti.
Questo lavoro nasce da un’esperienza autobiografica, alquanto sofferta, durante un viaggio nei Balcani, ma qual è la vera ispirazione?
“Un’espressione, spiega il regista Ciu, che papa Wojtyla disse durante una conferenza avuta con lui, vedendo il video di una fanfara che suonava, mentre si discuteva dell’importanza del teatro sociale e della parola”.
“Ecco, mi disse indicando il video, questo è un bel modo di essere sentinelle di pace, perché stanno facendo musica”.
Un’affermazione che io personalmente ho ascoltato dal papa, da lui coniata, credo, come definizione di un concetto allargato, non solo limitato all’idea militare. Da ciò nasce, anche questa splendida unione in teatro tra i militari della Fanfara della Brigata Garibaldi e i giovani artisti del laboratorio del teatro sammaritano. Musica e parole, per essere testimoni di pace. Sono poi rimasto folgorato anche dall’idea del teatro della parola che aveva papa Wojtyla. In lui quel giorno io ho visto non il capo della Chiesa, ma un grande uomo di teatro all’interno del quale con la parola, grazie al suo effetto dirompente, si può sperimentare ogni tipo di emozioni. All’interno di un luogo protetto, abbiamo la possibilità di vivere delle emozioni anche molto forti, nel bene e nel male, per acquisire quella conoscenza tale da permetterci di riconoscerle nella vita di tutti i giorni ed essere in grado di superare le conseguenze, il dolore”.
E’ questo lo scopo del laboratorio?
“Anche! Attraverso il laboratorio permettiamo ai bambini e ai ragazzi che lo frequentano di poter vivere ogni tipo di emozione”.
Non finisce per essere un teatro troppo impegnativo, sopratutto per i più piccoli?
“I ragazzi sono eccezionali, perché quando captano il messaggio lo rappresentano in maniera determinata, efficace e si aiutano a vicenda, perché se lo spiegano tra loro e sulla scena sanno viverlo come se fosse una realtà, imparando così a riconoscere le emozioni che da esso derivano “.
E i momenti di divertimento?
“Ci sono anche momenti ridevoli, utili, importantissimi, necessari, perché anche la conoscenza della liberazione attraverso la risata, porta a fare terapia. Importante è saperla gestire, perché così si acquista un nuovo strumento per potersi confrontare con le problematiche sempre maggiori”.
E tutto ciò nasce dall’incontro avuto con il papa polacco?
“E’ stato l’incontro della mia vita!
Ho sempre seguito percorsi artistici inerenti alla musica (per i suoi lavori musicali Patrizio Ranieri Ciu ha ricevuto, pochi giorni fa, a Parigi, un importantissimo premio dalla critica francese,ndr.) facevo le musiche per “Teatro Spazio”, ho lavorato con Toni Servillo, ma in Carlo Wojtyla ho incontrato un uomo di teatro, facendomi capire cose fondamentali come il concetto di un’interpretazione accompagnata da un evento sociale”.
E’ così che nasce “La Moneta d’Oro”?
“Proprio così, un’opera portata in scena dai ragazzi che hanno recitato con grandi attori professionisti, una tragicommedia che parla delle problematiche delle case famiglia, un dramma tangibile a Napoli sopratutto. Su questa linea si inserisce “Via Sentimento n.19”, sulla condizione del Sud sempre più minimizzata con il distacco dalla proprie origini e la perdita quasi totale delle proprie tradizioni che invece hanno fatto la vita dell’Europa. Per non parlare della musica napoletana che è la musica italiana. Chiude la trilogia “Sala d’attesa” sulle sofferenze della donna, non solo vittima ma anche carnefice, che subisce la violenza del mondo ma capace anche di uccidere il proprio figlio”.
Questi lavori teatrali, che sono una produzione interna al Garibaldi, hanno fatto accendere i riflettori sul laboratorio. E’ vero che vi è stata chiesta una coproduzione con l’Augusteo di Roma e sarete impegnati per il teatro estivo in un tour con importanti attori professionisti per le grandi arene del Bel Paese?
“E’ vero e ne siamo felicissimi, perché i ragazzi vengono premiati per i loro sforzi e possono avere un’alternativa importante. L’interesse che c’è su questo teatro e su questa produzione, afferma orgoglioso Ciu, porta a dimostrare che in un momento di crisi a Santa Maria Capua Vetere c’è un teatro che produce; è un teatro che interessa ora anche alla realtà romana, Valeria Marini è stata nostra madrina, il regista Giancarlo Nicotra inizierà a lavorare con noi per una coproduzione per un nuovo spettacolo il “Crazy Airplay” con figure come quello di Greb e Lilli, Claudio Lippi nelle vesti di un dottore folle che viaggia su questo aereo pazzo, Daniela Martone, la “passionaria” che ha perso il posto all’Alitalia, e che da ottobre volerà con i nostri ragazzi del Garibaldi”.
Una bella notizia per la città tutta, protagonista non solo di cronaca nera.
“Proprio così, portiamo alla ribalta la città di Santa Maria Capua Vetere non per un fatto di cronaca nera o giudiziaria, ma attraverso l’arte teatrale che va valorizzata sempre così come dovrebbero esser valorizzati tutti gli altri beni archeologici che la città possiede perché l’arte, la cultura fanno crescere un popolo”.
Ad Maiora! allora, il modo migliore per dire In bocca al lupo!
“Crepi e Ad Maiora”!

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