Cani avvelenati nell’ex Manicomio, denuncia della Lndc

di Redazione
 AVERSA. Sheyla, un pastore tedesco abbandonato dai suoi padroni e trovato con un collare di ferro incarnito; Polifemo, un tenero bastardino, di dimensioni ridotte, con un occhio penzoloni e zampe fratturate.

Sono morti dopo atroci sofferenze, nel giro di 15 giorni: presentavano sintomi di avvelenamento e, nonostante il rapido intervento veterinario, non si sono salvati. Vivevano, dopo essere stati salvati e curati, presso la struttura della Lega Nazionale Difesa Cane, all’interno dell’ex Manicomio. In tale struttura, per la quale è stato stipulato un regolare contratto di fitto con l’Asl Ce2, si garantisce un’adeguata degenza post-operatoria ai cani sterilizzati dall’Unità operativa Veterinaria Asl Ce2. Lì vivono serenamente altri cani che i volontari della Lega del Cane hanno salvato da morte certa e che provvedono di tasca propria al loro mantenimento. I volontari non solo lavorano gratis, ma sostengono anche le spese di un’attività che è di pubblica utilità. I sospetti sono indirizzati su persone che non hanno mai tollerato la presenza dell’Associazione, che non concepiscono che si paghi un fitto o si spendano i propri soldi per curare animali bisognosi di cure.

“Si tratta di certo di una persona al di sopra di ogni sospetto, non dello squilibrato di turno, – afferma la signora Emma Gatto della Lega del Cane – che, colta da raptus, avvelena i cani. Uno dei cani morti, circa due mesi fa, è stato investito da un professionista che lavora all’interno dell’ex manicomio: questi ‘civilmente’ ha proseguito con la macchina, senza fermarsi, almeno per verificare le condizioni del cagnolino che guaiva disperatamente. Avrà di sicuro pensato ‘Tanto è solo un cane’. Eppure, la sofferenza e il dolore, caro professionista, sono di tutti gli esseri viventi ed essere sensibili verso gli animali, significa essere sensibili verso qualsiasi forma di vita e lei dovrebbe saperlo, visto il particolare lavoro che svolge. Un paese è considerato civile quando c’è consapevolezza che ogni essere vivente ha in sé un diritto inalienabile ad una vita priva di sofferenza. Ma si può considerare civile una società, dove ancora molti rifiutano il diritto di una nuova etica (Legge 281/91), che vuole tener conto non solo delle esigenze degli uomini, ma anche di quelle degli animali: quando un cane morde, immancabilmente si richiedono interventi rigidi e severi (giustamente o non), al contrario, perché episodi così violenti e diseducativi, devono passare inosservati?”.

Comunque, l’impegno dei volontari della Lega del Cane, come sottolinea a Gatto: “Non passa giorno che anche non si vinca qualche battaglia contro le malattie, l’abbandono e anche la morte, difficoltà che ci impegnano ad affrontare per il rispetto e benessere degli amici a 4 zampe. Non saranno né le minacce né questi episodi violenti né il fattore economico a fermarci: sarebbe più facile per noi fare appelli disperati e pietistici, mostrare foto scioccanti dei cani che quasi quotidianamente salviamo o raccontare storie raccapriccianti per speculare sui sentimenti. Non è il nostro stile, certe cose le teniamo per noi, perché non parliamo di ‘fare’, ma ‘facciamo’ e poi forse….parliamo”.

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