Rifiuti, Stellato (Pd): “Non bisogna ancora chiudere l’emergenza”

di Redazione

Giuseppe StellatoNAPOLI. Si è tenuta nei giorni scorsi, in VII Commissione, la convocazione di una nuova riunione a proposito della vicenda rifiuti in Campania.

L’incontro, dopo la dichiarazione del Presidente del Consiglio dei Ministri, riguardava la necessità di un quinto termovalorizzatore. Ci si candida, dunque, con cinque termovalorizzatori a smaltire quasi i rifiuti di mezza Italia. Bisogna allora comprendere se sia questa la vocazione dell’ente Regione.

Il consigliere Giuseppe Stellato è intervenuto sulla materia: “Il piano di gestione dei rifiuti attualmente, sappiamo, è di competenza commissariale, ma sembra sinora che l’impianto normativo, nella sua sostanza non sia stato neanche impugnato dagli organi che ne avrebbero avuto legittimazione. Parlo come esponente del territorio casertano che si è visto derogato, rispetto al principio della provincializzazione, in un accorpamento con un consorzio unico. Esiste una questione aperta quindi, per quanto riguarda la gestione effettiva della tematica dei rifiuti, con comportamenti assolutamente altalenanti, anche da parte di funzionari che sono stati incaricati della gestione transitoria della vicenda. Dobbiamo dunque attendere che siano altri a decidere come gestire il nostro territorio anche in materia dei rifiuti per poi intervenire e iniziare tutto daccapo? Per quanto riguarda la vicenda relativa alle competenze, abbiamo delle strutture che sono state assorbite dai consorzi unici provinciali, per Caserta e Napoli, dal consorzio unico biprovinciale Napoli – Caserta. Questi consorzi non erano nati per volontà di soggetti privati o per volontà dei comuni, erano nati come consorzi obbligatori in base ad una legge regionale: questi consorzi obbligatori possedevano strutture, mezzi, dotazioni organiche. Ed oggi? Come funziona? Una serie di comunicazioni autorizzano i comuni, nelle more, ad attivarsi per la raccolta differenziata o, addirittura, ad agire in via autonoma. Ci rendiamo conto che questo è assolutamente assurdo? I comuni che oggi sono membri degli stessi consorzi, che hanno i cantieri che interfacciano con i consorzi, vengono indirettamente autorizzati a gestire servizi paralleli rispetto a quelli dei consorzi, possibilmente con nuovi oneri e nuove assunzioni, senza che vi sia una normativa transitoria di raccordo. Credo che questo sia un fenomeno allucinante al quale stiamo assistendo in maniera assolutamente passiva.

Come Commissione chiedo, a questo punto, al Presidente di scrivere al Commissario Straordinario, al Sottosegretario per l’emergenza rifiuti per capire, da un punto di vista transitorio, come ci dobbiamo regolare. I rapporti con il personale come devono essere gestiti? I rapporti con le impiantistiche come devono essere gestiti?. Sciolti i consorzi e lasciata via libera ai singoli comuni, cosa accadrà veramente? Quando avremo ereditato, come Regione Campania, uno sconquasso totale per mancanza di raccordo tra normativa definitiva e normativa emergenziale, che cosa ci troveremo?

Quale sarà il costo dei nostri rifiuti, indipendentemente da ogni altra considerazione? Se non ricordo male, il costo della gestione dei rifiuti è a integrale carico dei cittadini salvo che le amministrazioni non decidono di partecipare, con una propria quota di risorse, al pagamento della Tarsu per consentire un abbassamento del pagamento ed agevolare i cittadini. Ma ciò non accadrà mai perché siamo al palo nell’impiantistica, siamo al palo nella programmazione, siamo al palo nella soluzione di problemi di carattere transitorio; queste cose ce le vogliamo dire tra di noi o affrontarle anche in un discorso con la Giunta? Credo che l’alternativa sia unica, o ci rimbocchiamo le maniche e nel raccordo tra Giunta e Sottosegretariato si affronta il problema in vista della normalizzazione o altrimenti credo che stiamo avallando un meccanismo di gestione che può addirittura portare la Regione Campania a diventare il ricettacolo dell’immondizia di più regioni d’Italia.

C’è bisogno anche di una chiarezza normativa per quanto attiene la disciplina transitoria e dobbiamo capire perché si è verificato l’accorpamento in un unico consorzio transitorio delle province di Napoli e Caserta. Vogliamo capire qual’è la ragione per cui Caserta viene accorpata a Napoli. Non mi si venga a dire: perché ci sono problemi di scioglimento o altro. Queste sono cose che si possono dire in televisione. Chiedo chiarezza e che ciò venga chiesto, nello specifico, non solo alla Giunta, ma anche al Sottosegretariato che oggi si occupa dell’emergenza rifiuti e ove necessario anche al Ministero degli Interni e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, perché oggi questa vicenda è una vicenda che non è solo casertana o campana, ma è una vicenda che riguarda tutta la filiera istituzionale.

Non faccio differenza, chi è Presidente del Consiglio dei Ministri, non ha colori, amministra uno Stato, anche se eletto da una maggioranza, ma amministra i problemi dello Stato e li deve risolvere in maniera corretta, al di là della demagogia e al di là delle facili campagne elettorali. Chiedo che sia prestata attenzione a questa mia richiesta altrimenti me ne farò carico personalmente”.

Intanto la Giunta Regionale ha approvato un programma di piano regionale dei rifiuti e si è ora in attesa che il Governo vari le norme di coordinamento per la fase transitoria.

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