Saviano attacca quotidiani campani, che si difendono: “Palese errore”

di Redazione

Roberto SavianoCASERTA. Invitato per la serata finale del Festival della letteratura di Mantova, Roberto Saviano ha parlato della sua vita sotto scorta a causa del suo libro “Gomorra”.

«I lettori sono importanti, tutto quello che è accaduto è stato determinato dai lettori. Siete voi che, leggendo, avete fatto paura ai poteri criminali».

Lo scrittore ha scagliato un duro attacco ad alcuniquotidiani delle province di Napoli e Caserta, ossia “Cronache di Napoli”, il “Corriere di Caserta” e “La Gazzetta di Caserta”: «Racconterò la terra, la quotidianità e lo farò attraverso i quotidiani locali che escono in edicola e tradiscono i tempi della guerra che tutti i giorni si realizza nel sud Italia». Ed ha proiettato alcune prime pagine dei tre quotidiani, come quella del Corriere di Caserta “Don Peppe Diana era camorrista” (dichiarazione di un boss), la lettera del boss dei casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone alla “Gazzetta di Caserta” con relativa risposta di “stima” da parte del direttore della testata, e il caso del quotidiano “Cronache di Napoli” che parlava del “dolore dei boss” per la morte del piccolo Tommaso Onofri.

La telefonata minatoria dei boss Zagaria e Iovine
ad unex giornalista del “Corriere di Caserta”

A stretto giro è arrivata la replica delle redazioni dei quotidiani “Corriere di Caserta” e “Cronache di Napoli”. “Roberto Saviano è ormai un’icona della lotta alla criminalità organizzata, e in quanto tale va aiutato e sostenuto e va ringraziato per aver ‘costretto’ la stampa nazionale e locale ad affrontare un argomento rilevante come la camorra. Ma ieri lo scrittore è incorso in un palese errore, ipotizzando irreali e fantasiosi legami. Su questo scivolone auspichiamo al più presto un chiarimento nelle sedi opportune, anche a difesa dell’onorabilità e dell’immagine di ciascun redattore”. Si legge in una nota dei due quotidiani, che aggiungono: “Non vorremmo che a far cadere in errore Saviano sia stata la vertenza che vede un nostro ex giornalista attore contro lo stesso scrittore e la Mondadori per l’ipotesi di violazione del diritto di autore. Nel frattempo ci ritagliamo un merito: quello di aver richiamato, molto prima di Saviano, l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su quanto succedeva e succede in Campania, con l’ovvio fine di smantellare la cappa omertosa che ha permesso alla camorra e ai camorristi di proliferare e di arricchirsi”.

E citano i grandi rischi dei giornalisti locali nella quotidiana lotta contro la camorra: “Vale la pena ricordare che la famosa telefonata di minacce dei boss Antonio Iovine e Michele Zagaria, resa nota da Santoro in ‘Annozero’, era rivolta al Corriere di Caserta, nella persona del redattore Carlo Pascarella.

Un’attività giornalistica “al servizio della legalità” quella svolta dai giornalisti locali, “ben dimostrata dalla vigilanza delle forze dell’ordine alla quale siamo tutti sottoposti in quanto oggetto di quotidiane e minacciose ‘attenzioni’ da parte dei boss del casertano e del napoletano e documentata in numerosi atti in possesso degli inquirenti della Dda”.

Non ultime, conclude la nota, le dichiarazioni congiunte di boss quali Iovine e Francesco Bidognetti risalenti agli inizi del 2008 nelle quali una redattrice del Corriere di Caserta è stata individuata come “portavoce del pm della Dda Raffaele Cantone. “Tali dichiarazioni vedevano nel mirino anche il direttore del ‘Corriere di Caserta’ Domenico Palmiero, lo stesso Saviano e la giornalista Rosaria Capacchione, tuttora sotto scorta per questo motivo.

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