Liberati turisti italiani in Egitto, nessun riscatto pagato

di Angela Oliva

Lorella Paganelli, Walter Barotto, Michele Barrera, Giovanna Quaglia, e Mirella De Giuli (La Repubblica)Incubo finito per i cinque turisti italiani rapiti lo scorso 19 settembre durante un’escursione in una zona desertica dell’Egitto.

All’alba di lunedì mattina Lorella Paganelli, 49 anni, Walter Barotto, 68, Michele Barrera, 71, Giovanna Quaglia, 52, e Mirella De Giuli, 70 sono stati liberati in seguito ad una sparatoria durante la quale sono stati uccisi sei dei rapitori tra cui il capo della banda.

L’intero gruppo di turisti è stato tratto in salvo e trasportato nella capitale egiziana per i controlli medici. I cinque italiani sono arrivati poco dopo le 15 a bordo di un elicottero C130, ad accoglierli c’erano l’ambasciatore italiano in Egitto Claudio Pacifico e il ministro del Turismo egiziano Zoheir Garana. Secondo il prestigioso quotidiano egiziano ‘Al Ahram’, i rapitori sarebbero ribelli di uno dei movimenti di liberazione del Sudan che operano in Darfur sotto la direzione di Abdel Wahid Nur e che collaborano con il Movimento per la Giustizia e l’Eguaglianza, diretto da Khalil Ibrahim.

Fonti governative sia italiane che egiziane hanno smentito il pagamento di un riscatto come ha confermato anche il ministro della Difesa egiziano Mahamed Hussein Tantawi. Il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha affermato: I nostri connazionali e gli altri ostaggi in Egitto sono stati liberati da un’attività ancora non raccontabile. Il loro rilascio è il risultato di una collaborazione internazionale della quale dobbiamo essere davvero grati alle autorità degli altri Paesi che hanno lavorato con noi. Alla liberazione dei cinque ostaggi italiani hanno partecipato anche uomini dell’intelligence e delle forze speciali delle forze armate italiane”.

Ha espresso soddisfazione anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Sono assolutamente soddisfatto. Anche qui abbiamo voluto la fermezza da parte degli altri governi interessati che volevano addirittura fare un blitz militare. Noi con l’esperienza di tanti anni di governo abbiamo ritenuto che fosse una soluzione che metteva a rischio la vita stessa degli ostaggi”.

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